Bob Dylan

Bob Dylan rompe il silenzio e accetta il Nobel


Bob Dylan rompe il silenzio e accetta il Nobel, “ovviamente”, dopo esser rimasto inizialmente “senza parole”. Nella sua prima reazione ufficiale al premio per la letteratura il cantante ha aspettato due settimane prima di parlare con la fondazione svedese che il 13 ottobre lo ha premiato “per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”.

L’artista ha finalmente chiamato Sara Danius, la segretaria permanente del premio, per dire che la notizia lo ha lasciato “speechless”, muto. Silenziosissimo da allora, in effetti, se non sul palco del suo “Never Ending Tour”, Dylan oggi è diventato improvvisamente loquace parlando in “esclusiva mondiale” anche con il Daily Telegraph. “A Stoccolma per il Nobel? Ci andrò… se posso”.

Il quotidiano britannico aveva raggiunto il cantante in Oklahoma, dove si trova in tournée, per parlare di una mostra dei suoi quadri che aprirà la prossima settimana alla Halcyon Gallery di New Bond Street a Londra. “Non è una gran bella cosa?”, ha replicato l’enigmatico musicista quando gli è stato chiesto una reazione sul premio. Sì, scrive il giornale, l’ex Robert Allen Zimmermann dice che pensa di andare alla cerimonia: “Assolutamente. Se solo è possibile” e la Fondazione Nobel conferma che nulla è stato ancora deciso. Apparentemente compiaciuto di aver ricevuto il Nobel che per anni numi della letteratura mondiale come Philip Roth, Don DeLillo e Haruki Murakami hanno vanamente sognato, Dylan afferma che “è difficile crederci” anche se il suo nome era da anni nella rosa dei finalisti. Quando glielo hanno annunciato, la mattina del 13 ottobre, la sua prima reazione è stata “straordinario, incredibile. Chi si sarebbe mai sognato una cosa simile?”, ha detto al Telegraph.

Alla Fondazione Nobel Dylan ha detto di aver apprezzato molto “l’onore ricevuto”. Perché allora il lungo silenzio che lo ha fatto bollare come “maleducato e arrogante” da almeno un membro della giuria? Dylan non spiega: “Beh, io sono qui”, come se fosse stato semplicemente il caso di alzare la cornetta e fare il suo numero di telefono.

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