Samy Thiebault ritorna a novembre in Italia con due appuntamenti


Dopo il successo delle date italiane a Milano, Bari e Palermo, il sassofonista Samy Thiebault – uno tra i più importanti rappresentanti contemporanei del jazz francese – ritorna a novembre in Italia con due appuntamenti, il 16 novembre all’ Ex Ospedale San Rocco e il 17 all’Institut français di Napoli, in occasione dell’uscita del suo nuovo album “Rebirth” (Gaya Musica). Ad accompagnarlo sul palco l’ospite d’onore del disco, il trombettista israeliano Avishai Cohen definito da Thiebault “l’elemento ispiratore e dirompente del nuovo lavoro” e il suo fedele ensemble composto dal pianista Adrien Chicot, dal contrabbassista Sylvain Romano e dal batterista Philippe Soirat.

L’idea che questo disco sia una forma di rinascita è venuta progressivamente alla luce e sono subito apparse chiaramente tutte le risonanze, le forme e le ispirazioni che arrivano dalla sua personale scelta delle composizioni. «Rebirth è composto da melodie che mi descrivono, musicalmente e personalmente», afferma il sassofonista ed infatti il disco è un mosaico che prende forma disegnando una sorta di autoritratto in età adulta, il volto di un artista che ha imparato che la musica lo stava plasmando, in un processo di riflesso simile a una riscoperta di sé.

Ogni strumentista crea il suo linguaggio con ciò che è: le sue radici, la sua storia, il suo “vissuto”, che fa da sfondo in questa avventura musicale. Rebirth non è una ricerca esistenziale, è piuttosto un riflesso di ciò che Samy Thiebault è, ovvero un insieme di influenze e di generosità. La generosità della melodia, prima, concepita dal sassofonista come il veicolo più semplice per condividere musica con i suoi ascoltatori, poi, diventato il fulcro di un’etichetta, Gaya Musica, che raccoglie intorno a sé una parte della scena del jazz francese, al quale ha offerto uno spazio di espressione e un punto fermo.

Mentre il suo album precedente, Feast of Friends, ritornava alle origini della sua passione per la musica, esplorando tra gli altri il repertorio dei The Doors, Rebirth è un disco più personale che attinge al suo vissuto e ai riferimenti del suo repertorio. Così tra i brani che compongono questo nuovo album troviamo Chant du très loin tratto da Quadri da un’esposizione di Mussorgsky, la prima pièce che Thiebault abbia mai suonato in gruppo e in pubblico – quindi all’origine della sua vocazione – o Cansion, la melodia ascoltata in una chiesa durante un tour in Venezuela, la cui impronta è rimasta cosi indelebile da spingere il sassofonista ad arrangiarla per il suo quartetto.

E ancora composizioni scritte appositamente e le cui risonanze hanno a che fare con la propria genealogia come Raqsat Fes (la danza di Fes), riferita alla città natale di sua madre, come Abidjan ispirata dalla canzone ivoriana So Dyara, riferita alla sua città natale. Non è un caso se tra queste composizioni si trovi maggiore ispirazione nell’infanzia, come in alcune favole maliane dietro a Nesfé Jahân, composta per suo figlio, o ancora l’adattamento di un’aria di Maurice Ravel, Laideronnette, imperatrice delle pagode, tratta da Mother Goose, che viene offerta in due versioni ricordando che una parte delle influenze musicali di Samy Thiebault sono vicine tanto all’epopea di John Coltrane quanto alla musica classica francese.

Gli appuntamenti sono presentati nell’ambito de La Francia in scena, la stagione artistica dell’Institut français Italia, realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno della Fondazione Nuovi Mecenati e di Total E&P Italia.

“La Francia in scena”, stagione artistica dell’Institut français Italia, è realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut français e del Ministère de la Culture et de la Communication, della Fondazione Nuovi Mecenati, della Sacem Copie Privée, della Commissione Europea (Creative Europe) e del Ministero dell’Istruzione italiano dell’Università e della Ricerca – Afam (MIUR – Afam).

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