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La lotta al contrabbando di animali selvatici è necessaria per salvare la biodiversità


Avete mai sentito parlare dei pangolini? Si tratta dei mammiferi più richiesti nel mercato illegale, assieme a elefanti e rinoceronti, arrivati quasi all’estinzione. Il contrabbando di animali e piante selvatici è una minaccia per la biodiversità. Mercoledì 23 novembre in plenaria verrà discussa la relazione di Catherine Bearder (ALDE, UK) per l’inasprimento dei controlli volti a stroncare questo redditizio commercio illegale. Il testo sarà votato il giorno successivo, giovedì 24 novembre

“È compito di tutti gli Stati Membi impegnarsi a combattere questo commercio illegale – ha spiegato la relatrice Catherine Bearder (ALDE, UK) – gestito dalla criminalità organizzata ed estremament dannoso per la stabilità di varie parti del mondo”.

Il mercato nero di animali selvatici mette a rischio la sopravvivenza di numerosi speci animali (elefanti, rinoceronti, tigri, rettili, squali) e vegetali (legname tropicale, coralli, orchidee). L’equilibrio dei vari ecosistemi è minacciato sia dai rischi costituiti dalla riduzione del numero di esemplari autoctoni che dall’inserimento di speci aliene.

Negli ultimi anni, questo commercio illegale ha raggiunto livelli senza precedenti, a causa della domanda sempre crescente di animali esotici o prodotti correlati.

La criminalità organizzata ha scoperto il redditizio budget del traffico illecito di piante o animali: il rischio di essere scoperti fino a oggi era basso e il guadagno molto alto. I proventi di questa attività vengono utilizzati anche per il finanziamento di alcuni gruppi terroristici.

In più, si tratta di un terreno particolarmente scivoloso a livello legale in quanto tali prodotti riescono a essere venduti nel mercato ufficiale attraverso documentazioni fraudolente che rendono il consumatore non consapevole della provenienza illecita.

L’Unione Europea rappresenta sia un importante mercato di destinazione per fauna e vegetali selvatici, sia un hub di transito di queste merci che, per alcune speci, anche un luogo di partenza del contrabbando (ad esempio per il commercio delle anguille cieche).

Le azioni messe in campo dal Parlamento Europeo – Giovedì 13 ottobre, la commissione commissione ambiente ha votato all’unanimità (con 4 astensioni) il piano d’azione proposto da Catherine Bearder per contrastare il commercio illegale di speci selvatiche, come da risoluzione della Commissione Europea all’inizio di quest’anno. Il dibattito in plenaria si svolgerà mercoledì 23 novembre con votazione il giorno successivo. La diretta potrà essere seguita in streaming a questo indirizzo.

Il piano d’azione – continua la relatrice Bearder – ha tre priorità: la prima è combattere il contrabbando, la seconda riguarda l’attuazione e l’applicazione delle norme in tutti gli Stati membri e la terza concerne il rafforzamento della cooperazione tra paesi d’origine, di transito e di arrivo degli animali, delle piante e dei prodotti a essi correlati.

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