Natale 2016: per la cena della Vigilia ed il pranzo spesa media di 104 euro a famiglia


Natale a casa o fuori, ma sempre all’insegna dello stare insieme e della buona tavola. E per la cena della Vigilia ed il pranzo di Natale, quest’anno, ogni famiglia spenderà in media 104 euro, una cifra in lieve aumento (+3%) sullo scorso anno, per una spesa alimentare complessiva di 2,7 miliardi di euro.

Anche quest’anno, la maggior parte degli intervistati (il 78%) progetta di godersi l’atmosfera e la magia del Natale in casa, nel segno della tradizione e dello stare in famiglia. Ma si tratta di una quota in discesa (4% in meno) rispetto al 2015, e la più bassa negli ultimi quattro anni. Si registra invece un aumento (dal 5 all’8%, circa 3,6 milioni di persone) di coloro che brinderanno e gusteranno le prelibatezze natalizie al ristorante. Un altro 7% trascorrerà il giorno di Natale con la famiglia in vacanza in Italia per scambiarsi i doni e festeggiare insieme visitando altre città, mentre il 3% degli italiani sarà in viaggio all’estero. Si dimezza – passando dal 6 al 3% – la quota di intervistati che dichiara di non festeggiare il Natale; in diminuzione anche i connazionali costretti a trascorrere la festa lavorando, in calo dal 2 all’1%.

Il menu. Per la cena della Vigilia ed il pranzo di Natale vince il menu della tradizione, scelto come preferito dal 64% degli intervistati. Ma iniziano a prendere piede anche nuove tendenze alimentari: il 18% degli italiani, infatti, prevede anche piatti vegetariani o vegani (il 12%) e bio o a km zero (8%).

Complessivamente, secondo un sondaggio condotto tra gli operatori delle diverse tipologie degli esercizi di vicinato alimentare (macellerie, frutterie, panetterie, gastronomie, enoteche) aderenti a Fiesa Confesercenti, quest’anno si registra un forte aumento di richieste di prodotti del territorio, tipici e tradizionali, in particolar modo di prodotti gastronomici e dolciari artigiani di prossimità; molta attenzione viene riservata ai prodotti riconosciuti e certificati con denominazioni protette e a quelli provenienti dalle zone dell’Italia centrale colpite dal sisma.

In particolare sulle tavole degli italiani non mancherà il consueto antipasto a base di salumi o pesce, mentre per il primo e secondo piatto, oltre ai tradizionali cappelletti in brodo, salmone e cappone lesso, riemergono i piatti regionali. Anche l’assortimento di dolci – oltre agli inevitabili panettoni, pandori e torroni – vedrà molte varietà legate alle tradizioni territoriali, associate come da tradizione a frutta secca, datteri, fichi e frutta ricoperta di cioccolato. Molto quotati i vini mossi, i rossi di qualità, i passiti e gli spumanti.

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