Magia della luce. Specchio e simbolo nell’opera di Lorenzo Ostuni: dal 10 marzo ai Musei di Villa Torlonia


Un giorno Federico Fellini si presentò nello studio romano del suo amico Lorenzo Ostuni con un dilemma: come rappresentare visivamente la definizione del Tao, «il Tao è quella cosa che specchia se stessa mentre specchia l’altro»?

Filosofo, regista e studioso dei sistemi simbolici della storia umana, Lorenzo Ostuni era già noto come “scultore di simboli”, su pietra, legno e altri materiali, raccolti nella sua “Caverna di Platone”, lo storico laboratorio nel quartiere romano di Prati.

La sfida rappresentata dal dilemma del Tao lo spinse a proseguire la sua ricerca, sperimentando nuovi materiali e nuove forme. Fu così che approdò agli specchi, scoprendo che uno specchio inciso non solo riflette la figura specchiata, ma riflette anche sulla sua superficie la stessa incisione che reca. Così Ostuni dedicò gli ultimi 30 anni della sua attività all’incisione di specchi, sviluppando una tecnica originale e raffinatissima basata su un sottile lavoro di incisione a mano a mezzo di un trapano a punta di diamante opportunamente modificato.

La sua produzione conta oltre 300 specchi, realizzati in varie dimensioni e con soggetti di straordinaria complessità. In essi, per citare il critico e storico dell’arte Claudio Strinati (membro del comitato scientifico e autore della prefazione al catalogo della mostra), «sembra chiamato a raccolta tutto il retaggio della tradizione umanistica», il che permette di collocare a buon diritto Ostuni in quel filone di riflessione artistica che si interroga e si fa interrogare dal soggetto dello specchio, di cui si trovano esempi dalla pittura rinascimentale all’arte contemporanea, da Caravaggio a Pistoletto, e che ha trovato forse un particolare momento di espressione nel barocco romano.

Per la prima volta, gli specchi di Lorenzo Ostuni sono accolti in una mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, per la cura di Alessandro Orlandi, con il supporto del Consiglio Regionale della Basilicata, della Città di Tito e della Fondazione Cassa di Risparmio Calabria e Lucania. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura. 35 tra le più significative opere dell’artista, organizzate in un percorso tematico: una prima sala svilupperà la relazione tra il lavoro di Ostuni e la storia del tema dello specchio nell’arte; nelle successive si metteranno invece a fuoco le sue ricerche sui segni zodiacali, le lettere dell’alfabeto ebraico e, ancora, su ritratti e alchimia. Per approdare, infine, al rapporto tra l’uomo e il divino, tra mito e religione.

La mostra aprirà le porte il 10 marzo alle 18, al Casino dei principi di Villa Torlonia, per poi proseguire fino all’11 giugno. Un catalogo delle opere, con prefazione di Claudio Strinati, sarà pubblicato per le edizioni La Lepre.

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