Cycles: la visione nel suono di Marcello Bonanno


Venerdì 31 marzo 2017 Almendra Music pubblica Cycles, il nuovo lavoro di Marcello Bonanno. Un nuovo ‘piano solo album’ dalla sempre più affermata label palermitana, che ancora una volta si conferma più laboratorio musicale che semplice etichetta discografica, attenta com’è a mettere a frutto le differenze tra i suoi musicisti in una proposta forte e coerente per i tempi d’oggi, una musica in grado di conciliare radici, emozioni, tecnica individuale e sperimentazione. Dopo le sapienti tessiture di Giovanni Di Giandomenico tra piano preparato ed elettronica, l’eleganza ‘modern-classical’ di Valentina Casesa, le antiche memorie mediterranee del pianoforte di Marco Betta ricreate dall’elettronica di Naiupoche e Di Giandomenico, Cycles di Bonanno offre un ulteriore punto di vista sugli 88 tasti: quello di una scrittura ricca, magmatica, densa di riferimenti extramusicali, informata da emozionanti meditazioni sul suono, dalle sue connotazioni fisiche alla sua dimensione simbolica, e che risolve il virtuosismo pianistico e compositivo in una sorprendente e mai banale semplicità d’ascolto.

« Un suono solo, unico, centrale, si materializzava granitico in una verticalità incommensurabile. Una sorta di obelisco dai profili ellittici, sempre in movimento ed impossibili da percepire nella loro finitezza…». Sono le prime battute di un racconto che Marcello Bonanno ha scritto e inserito all’interno di Cycles, una sorta di allegoria sulla visione sonora che ha ispirato la genesi dell’opera; un fenomeno sinestetico in cui immagine e suono, percezione e composizione, si intrecciano in un gioco di connessioni artistiche e personaliche tornano a nutrire la musica stessa, in una ciclicità che fa da chiave di lettura – e di ascolto – dell’operazione.

Compositore e pianista nato in Sicilia ma milanese d’adozione, Marcello Bonanno si è formato a Palermo, dove si è diplomato col massimo dei voti in Pianoforte, Composizione e Direzione d’Orchestra, e ha poi proseguito gli studi a Milano con Bruno Canino e presso l’Accademia del Teatro alla Scala. Camerista di vasta esperienza nei più vari repertori, collaboratore d’elezione di strumentisti da prestigiose orchestre europee, Bonanno si è dedicato anche all’improvvisazione radicale, lo si è visto nei circuiti europei in progetti di world music o al piano in jazz band concertata con orchestra sinfonica.

Figura di riferimento per Almendra Music fin dagli esordi della factory (ricordiamo le sue Variationes super Ave Maris Stella per il violoncello di Giovanni Sollima in Sonate di Terra e di Mare), Bonanno nella sua musica porta a una evoluta sintesi scuole, stili e approdi dalle avanguardie del Novecento europeo – con una certa attenzione allo spettralismo e al post-minimal – e rimandi all’armonia e al fraseggio jazz.

Cycles consegna all’ascoltatore il tesoro di queste esperienze pianistiche e compositive, in 13 brani per pianoforte solo che usano tutte le risorse dello strumento e della scrittura pianistica, per condurre l’ascoltatore in un viaggio emozionante e visionario: gli armonici sulla cordiera, l’utilizzo del terzo pedale per le risonanze, il “jeu perlé”, il voicing degli accompagnamenti, gli accordi percussivi, la ricerca costante della risonanza, le produzioni sonore in “pianissimo” a martelletto ravvicinato utilizzando il “doppio scappamento”, e così via. A farla da padrone nella scrittura dei brani di Cycles sono gli “ostinati”, nelle loro diverse forme e generazioni: dalla ripetizione di marca minimalista alla “machinerie” di Ligeti o agli automi meccanici di Conlon Nancarrow, fino alle estasi del suono, di matrice orientale, ereditate dalla lezione “massimalista” di Hans Otte. In alcuni brani sono caratteristiche una densa polifonia e poliritmia, realizzate innestando i processi tipici della musica di consumo ma condotti allo loro più estreme conseguenze, fino a provocare emozionanti cortocircuiti di pensiero. È il caso di Cycle I e Cycle III, pezzi in cui la composizione a tracce sovrapposte e reiterate, tipica dell’elettronica dance e delle derive più commerciali del minimalismo, è indagata fino a innescare una riflessione sul rapporto uomo-macchina oggi. Bonanno la chiama “elettronica fatta a mano”, partendo proprio da un utilizzo “scorretto” e disobbediente di programmi popolarissimi come Garage Band: «Invece di obbedire alle filosofie obbligate su cui sono costruiti i software per far musica col computer (da quelli più noti come Garage Band o Audacity, ai più importanti di uso professionale come Cubase, Protools, Logic o Ableton Live), ho cominciato a usarli come se fossero un musicista in carne e ossa, che reagisce a quello che suono, immettendo cellule musicali semplici e quindi trascrivendo, e poi sviluppando, la risposta che il programma genera coi suoi processi automatici. Il tutto, però, dandomi una regola precisa: che fosse tutto eseguibile in maniera canonica su un normale pianoforte, senza alcun ricorso a sovraincisioni o effetti elettronici, e tutto scritto in notazione classica su uno spartito».

Ognuno dei 13 brani di Cycles racchiude lo sguardo ampio, l’orizzonte culturale, la visione arguta e sensibile dell’autore, che affronta la scrittura contemplando elementi filosofici, scientifici, spirituali, nutrendola e vivificandola. Ma un lavoro del genere, pur pensoso e stratificato, ha un suo attento, rispettoso e sincero obiettivo comunicativo: «Credo che l’attenzione alla fruibilità sia uno dei grandi pregi del patrimonio culturale italiano, di cui andare fieri senza ottundimenti esterofili. Mi vengono in mente, di primo acchito, i nomi di Dante Alighieri o di Giacomo Puccini. Spesso purtroppo si sente parlare di “linguaggio musicale” riferendosi però alla sola “scorza sonora”, assimilando il concetto al solo “stile”. Non fermiamoci, non incartiamoci sul voler sentenziare su segno e/o simbolo, altrimenti non arriveremo mai a riconoscere che la musica comunichi qualcosa. La musica è un linguaggio per concetti, non per oggetti. È affermazione, negazione, corsa, stasi, affanno, solitudine, imposizione, violenza, garbo, dubbio, apertura, chiusura, ostinazione, tensione, ossessione, respiro, domanda, afflato, sinergia, convivenza, filiazione, proliferazione e milioni di cose ancora».

Cycles esce in cd, download e streaming su tutte le piattaforme digitali (distr. The Orchard), a partire da Bandcamp, portale prediletto da Almendra perché consente e favorisce il rapporto diretto tra musicisti e ascoltatori, per una musica a kilometro zero. Spia dell’attenzione della label siciliana alla musica e all’ascolto senza finzioni, più che ai divismi sia indie che mainstream, è la contemporanea pubblicazione del libro con le partiture dei 13 brani, insolita nel panorama della musica d’oggi: «Mi stimola il fatto che, proprio con Cycles, sta partendo parallelamente anche il progetto di editoria a stampa, e questo perché Almendra ha ritenuto importante “far vedere” al pubblico le partiture di questo lavoro, perché ritiene che sia importante presentarne pubblicamente anche l’aspetto progettuale», dichiara Bonanno.
Le prossime release Almendra, dodicesima e tredicesima tra le quindici in calendario dal settembre 2016 fino al maggio 2017, usciranno martedì 11 aprile e martedì 18 aprile: la prima è FSK, secondo album del quartetto palermitano Forsqueak, tra art-rock, post/psych, math- e jazz-rock, portato a termine grazie a una campagna di crowdfunding su MusicRaiser, e la successiva è l’atteso Sulla Quarta, seconda tappa del progetto di sei album attorno alle Suite di J.S.Bach del violoncellista e compositore Alessio Pianelli.
Cycles:

1. Die Vorstufe des Chaos
2. Cycle I
3. Milano
4. Assenza
5. Cycle II
6. Bagatelle
7. In nome del padre [Ninna nanna per Lorenzo] 8. Györgyplatz
9. Cycle III
10. Lorentz Boost
11. Il pianto di Chiara
12. Cycle IV
15. Invocazione

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