Dargen D’Amico in concerto al Viper di Firenze


Si è mai visto un rapper con una pianista? Cose che riescono solo a Dargen D’Amico. Il più autoriale dei rapper italiani sposta i confini di genere, conquista critica e pubblico e arriva venerdì 21 aprile al Viper Theatre di Firenze (ore 21,30 – biglietto 15 euro – prevendite nei punti www.boxofficetoscana.it/punti-vendita e online su www.boxol.it tel. 055 210804 e www.ticketone.it tel. 892 10; info tel. 055.218647 – 055.0195912 www.lndf.it – www.viperclub.eu) insieme alla pianista di Isabella Turso.

Sul palco il recente “Variazioni”, album che cambia le carte in tavola fondendo il rap con la musica colta, dando forma a un progetto originale, intenso ed emozionale, prodotto da Tommaso Colliva.

Alla voce e al pianoforte si aggiunge qualche fantasma elettronico, la carta non è più quadrettata, ma bianca come l’aria che circonda le rondini dei suoi versi. Nulla di nuovo, sotto i cieli d’Italia? Il futuro dirà: come disse Ezra Pound, il classico è solo il nuovo che nuovo rimane.

Dargen D’Amico padroneggia come pochi la lingua deflagrata di oggi. Fate caso al funambolismo con cui adatta la pesantezza polisillaba delle nostre parole alla carta quadrettata del beat, o a all’eleganza del suo lessico, o ancora alla disinvoltura dell’accentazione e delle cesure, a come riesce a far risuonare un’immagine dopo che la parola è svanita.

VARIAZIONI – Anticipato dal singolo “Le Squadre”, “Variazioni” combina generi e stili differenti riuscendo a trascenderli e ad ottenere un suono che non è solo rap, non è solo canzone, è inconfondibilmente Dargen D’Amico. Da un canovaccio iniziale, reinterpretare alcuni momenti della storia discografica di Dargen, si è arrivati a un lavoro fuori da ogni parametro, illuminato da uno speciale stato di grazia. Ad emergere chiara è infatti l’armonia e la spontaneità con cui il rap, senza mai perdere i suoi codici, a tratti si fa poetry, e poi ancora momento cantautorale, per andare a fondersi con il talento di una pianista di formazione classica come Isabella Turso e la supervisione sonora di uno dei migliori produttori italiani, Tommaso Colliva.

Il risultato è un album che fonde passato, presente e futuro. Se tutto ha il profumo della ricerca di nuove forme, di uno slancio in avanti, poi nella scaletta convivono pezzi inediti come “Le squadre”, “Dello stesso colore”, “Il ritorno delle stelle” (con i featuring di Tedua, Rkomi e Izi), “Cambiare me”, “Il ritornello”, insieme alle “variazioni”: da “Musica senza musicisti” “Prima fila Mississipi” diventa “La mia testa prima di me” e “Zucchero luminoso” si riformula ne “L’altra”. Da “Di vizi di forma virtù” ci sono “”Arrivi stai scomodo e te ne vai” e “Tra la noia e il valzer”, ora rispettivamente “Ma è un sogno” e “L’aggettivo adatto”. Da “CD” “L’amore è un intertempo” e “Bere una cosa” mutano in “Qualsiasi movimento faccia” e “Un’altra cosa”, mentre “Prendi per mano D’Amico”, che era su “D”, la versione digitale di “CD”, è adesso “Le file per fare l’amore”. Si tratta di vere e proprie variazioni sul tema, dove degli originali, rielaborati in nuove direzioni, rimane il senso più intimo.

Un progetto dalla natura aperta che Dargen ha voluto suggellare unendo alla parte musicale una controparte letteraria vera e propria. “Variazioni” esce infatti insieme al primo libro di Dargen D’Amico, “Mi scuso con tutti ma soprattutti con me”, una serie di racconti (Dargen li ha definiti “i backstage delle mie canzoni”) che mette a fuoco la vena poetica del rapper, che si è distinto fin dal primo momento per una capacità di giocare con le parole mai fine a sé stessa ma sempre personale ed evocativa, con uno stile in linea con la migliore tradizione cantautorale, anche quando il registro è quello apparentemente più leggero dell’intrattenimento.

Definito “menestrello post-moderno”, “cantastorie del ventunesimo secolo”, “folletto metropolitano”, “rapper in 3D”, Dargen nel 2012 in “Nostalgia istantanea” aveva già esteso i confini dell’hip-hop in un disco fatto di due lunghi flussi di coscienza ognuno della durata di venti minuti, e oggi torna con “Variazioni” con il pianoforte di Isabella Turso e la produzione di Tommaso Colliva, un nuovo lavoro dove si conferma artista visionario unico, inaugurando un nuovo genere tra flow rap, cantautorato italiano e suggestioni classiche contemporanee.

DARGEN D’AMICO ha otto album all’attivo, tra cui due pietre miliari dell’hip-hop italiano come “Musica senza musicisti” (2006) e “Di vizi di forma virtù” (2008), collaborazioni con artisti che includono tra gli altri Max Pezzali, Enrico Ruggeri, J AX, Perturbazione, Fedez, Andrea Mirò, Fabri Fibra.

ISABELLA TURSO, nata a Trento, si è diplomata in pianoforte con il massimo dei voti al Conservatorio “F.A.Bonporti”. La sua innata curiosità la porta ad affrontare repertori eterogenei che spaziano dal barocco al contemporaneo con misurate incursioni nella musica pop e da film (Album Omaggio a Donaggio). Incontra Dargen alla fine del 2014 e da lì nasce un inteso periodo in studio che li porta a registrare insieme sotto la supervisione del produttore Tommaso Colliva.

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