Giorgione. In mostra il ritratto tornato dagli Usa


Danila Dal Pos, curatrice della imminente mostra “Le trame di Giorgione” (Castelfranco Veneto, Casa di Giorgione, dal 27 ottobre al 4 marzo), annuncia l’inserimento in mostra di un’opera che sicuramente farà discutere.

“È patrimonio di una importante collezione veneziana -annuncia la curatrice- ed è rientrata in Italia dopo essere stata in collezioni francesi e americane. Pur presente e citata in vari vecchi cataloghi e monografie su Giorgione, pochi hanno avuto modo di ammirarla in una mostra”.

“Sono convinta che questa mostra possa offrire -sottolinea la curatrice- l’occasione ideale per un confronto tra esperti di Giorgione e dell’arte veneta del primo Cinquecento, per giungere ad un serio approfondimento su questo dipinto che la tradizione attribuisce al Maestro di Castelfranco”.

Si tratta di un prezioso, piccolo olio (cm. 26,5 x 21,4) su cui, da tempo, gli studiosi si interrogano.

Il quesito riguarda naturalmente la reale paternità del “Ritratto di giovane”, soggetto della tavoletta. Giorgione? Un artista della sua cerchia, Tiziano? Nessuno di questi?

Per la mostra castellana, Augusto Gentili, che di Giorgione è uno dei maggiori studiosi, ha esaminato quest’opera, riservandole un particolare e curioso saggio in catalogo: potrebbe trattarsi di un lavoro giovanile di Giorgione, diremmo oggi di un Giorgione ancora alla ricerca della sua strada.

Andando a ritroso nella storia di questo prezioso dipinto, Gentili risale agli anni’ 30 del secolo scorso, quando il “Ritratto” era presente in una importante collezione privata parigina. Già allora gli esperti si interrogavano su chi ne fosse l’autore e il nome di Giorgione venne più volte avanzato.

Retrocesso a prodotto “di cerchia” nelle monografie giorgionesche di Richter (1937) e Morassi (1942), il ritratto è infine esposto a Venezia alla mostra “Giorgione e i giorgioneschi” nel 1955.

In catalogo, il curatore Zampetti ricorda i precedenti, pubblica una riproduzione -peraltro assai poco leggibile- dopo “il recente restauro” (affermando che questo “ha molto avvantaggiato la possibilità di riconoscere le buone qualità del dipinto”) e informa che la tavoletta è ormai in collezione privata a New York. Il tutto senza sbilanciarsi nel giudizio e nell’attribuzione.

“Quel che viene dopo -sottolinea Gentili- è ripetizione del già detto o già scritto, o memoria della mostra veneziana: anche perché a questo punto il Ritratto si eclissa per quasi mezzo secolo prima di ricomparire a sorpresa in laguna.

Gentili si spinge ad affermare che “l’incerto e spaurito ritratto potrebbe essere di Giorgione sui primissimi anni del Cinquecento: del Giorgione sperimentale, inventivo e innovativo di testa, ma ancora incerto e spaurito di mano, che qualsiasi catalogo dei possibili esordi accredita di una decina di opere drammaticamente diverse l’una dall’altra, e nessuna sicura più dell’altra”.

Si tratterebbe dunque dell’opera di un giovane Giorgione, teso a sperimentare e risperimentare per trovare la sua cifra stilistica: siamo probabilmente di fronte al punto di partenza di un percorso che avrà come traguardo il “Ritratto Giustinian” di Berlino.

“Certezze assolute non ce ne sono ancora – spiega Danila Dal Pos – ma quest’opera si colloca a livelli molto alti e poterla finalmente ammirare da vicino, come si potrà fare in Casa di Giorgione, è un’occasione da non perdere”.

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