Talking Voices al TrentinoInJazz 2017


Quinto appuntamento per Performing Loco’s – Respiri d’ottobre dal sottosuolo, la sezione del TrentinoInJazz 2017 che si svolge nel mese di ottobre al Loco’s Bar di Rovereto, sede ideale per proposte provenienti dall’underground, all’insegna della ricerca musicale tra nuovi percorsi e spirito non convenzionale. Giovedì 2 novembre alle 21.30 il trio Talking Voices con Cinema Futurista!

Uno sguardo al futurismo italiano alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, attraverso le parole e le voci di alcuni dei protagonisti di quel movimento. Flora Sarrubbo (voce), Emilio Galante (flauto, elettronica) e Tiziano Popoli (tastiere, elettronica) partono da un testo recitato, dalle cui caratteristiche melodiche e scansione ritmica i brani musicali germinano, ricavano proporzione, armonia e metro. Musiche che traggono origine dalla parola parlata, trascritta in musica: la ‘talking voice’ diventa materiale musicale lavorato, modificato, esaltato, fonte ispiratrice di tutte la partiture eseguite dal vivo. Nei brani War e Marinetti Song Book (quest’ultimo presentato per la prima volta nel 2016 al MART), la musica è nata sulla cadenza della voce recitante di Filippo Tommaso Marinetti che interpreta se stesso. La recitazione rimanda al testo nella dimensione della scrittura, in un cortocircuito tra segno, significante, significato. La serata si completa con due reading futuristi e con la proiezione di due corti “futuristi” di Corrado D’Errico (Stramilano e Ritmi di Stazione), sonorizzati dal trio.

Corrado D’Errico (1902-1941) giornalista, collaboratore di Mario Camerini e poi regista di finzione, iniziando a lavorare per L’Istituto Luce, firmò Stramilano, un documentario impressionistico non narrativo, che si allineava agli affreschi di città sperimentali degli anni ’20. Descrivendo, dall’alba a tramonto, una Milano vitale e industriosa e soffermandosi appena un po’ troppo (pubblicità occulta?) sulle industrie tessili e sul relativo indotto allora agli esordi: il mercato della moda. L’opera rimane molto attenta (con sovrimpressioni e contemporaneità d’immagini sullo schermo) nell’identificazione anche minimale di situazioni e gesti, applicando una dinamica di sapore futurista che, focalizzando il lavoro, mai dimentica l’elemento umano. Uno stile ed un approccio che D’Errico replicherà nel successivo (1933) Ritmi di stazione, Impressioni di vita n.1 sulla stazione Termini di Roma.

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