Donne e media: bisogna fare di più per l’uguaglianza di genere


Il 70% di chi si laurea in giornalismo e comunicazione nell’UE è composto da donne. Sono però donne solo il 40% di chi lavora nel settore dei media e il 30% di chi occupa posizioni manageriali. Le donne sono una minoranza anche fra giornalisti e i presentatori del piccolo schermo. Quando c’è da chiamare un esperto o un commentatore, in più di sette casi su dieci viene invitato un uomo: solo il 24% degli esperti invitati sono donne.

“È importante che le donne siano presenti e siano ascoltate, e che siano considerate come esperti, perché offrono un altro punto di vista” ha detto la relatrice della proposta per l’uguaglianza di genere nel settore dei media, la deputata ceca Michaela Šojdrová, del Partito popolare europeo.

La relazione, in discussione e al voto durante la sessione plenaria di marzo, sottolinea che i media hanno ancora la funzione di “quarto potere” e quindi una grande influenza sulla politica e la società. Per questo si chiede che le istituzioni nazionali e europee devono, chiede la relazione, applicare la legislazione esistente per la parità di genere e spingere gli organi regolatori a controllare la presenza delle donne nei media.

Nella relazione si chiede anche ai media di sviluppare e sostenere degli incentivi, incluse le quote, per un’equa rappresentazione di uomini e donne ai vertici decisionali e di aggiornare i codici interni, come quelli di condotta e anti molestie.

Come sottolinea Šojdrová: “dobbiamo fare in modo che le donne non siano discriminate, per quanto riguarda i posti di lavoro, la retribuzione o la corsa per i vertici dirigenziali.

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