Ai 18enni di Sabaudia la Costituzione, cuore della Repubblica italiana


Sabaudia, 15 aprile 2018. Quando, nel lontano 1987, sostenni l’esame di Diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma, la decisione fu presto presa: mi sarei fatta assegnare la tesi di laurea in questa materia, e precisamente sull’articolo 21 della Carta (libertà di stampa). Ma il professore titolare della cattedra, in procinto di andare in pensione, scoraggiò la mia scelta, inducendomi – a mio malincuore – a dirigermi verso altri lidi.
Eppure la Costituzione della Repubblica italiana ha continuato – e continua – ad accompagnare la mia vita professionale e personale.

Avevo 21 anni quando me ne innamorai. Quasi l’età dei diciottenni (nel corso dell’anno 2018) ai quali oggi, in occasione dell’84° anniversario dell’inaugurazione della mia città, Sabaudia, il sindaco Giada Gervasi, l’Amministrazione comunale, le autorità militari hanno consegnato il testo della Carta costituzionale.

«Un autentico passaggio di consegne tra generazioni», ha affermato il giudice Corradino Diana, presidente di Cassazione con funzioni di coordinatore Sezione Lavoro presso il Tribunale di Latina, «allo scopo di tramandare un patrimonio prezioso per tutti».

Era il 2 giugno 1946 quando – sulle macerie della seconda guerra mondiale – tutti gli italiani, uomini (senza più distinzione di censo) e donne (alle urne per la prima volta), sceglievano la forma di governo repubblicana rendendo storia l’esperienza monarchica. Ed eleggevano 556 costituenti che, nel gennaio del 1947, predisponevano la prima bozza della Carta.
Approvata il 22 dicembre 1947 «con una cerimonia toccante», racconta il giudice Diana; promulgata il 27 dal Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, la Costituzione entrò in vigore il 1° gennaio 1948.

Settanta anni e non dimostrarli. «Aver inserito, come novità assoluta in Europa, i “Principi fondamentali” nei primi 12 articoli ha reso il testo resistente al tempo», ha spiegato il Presidente illustrandone ai ragazzi la struttura complessiva: “Diritti e doveri dei cittadini”, articoli dal 13 al 54; “Ordinamento della Repubblica”, articoli dal 55 al 139. Più 18 Disposizioni transitorie e finali.

E poi il valore del lavoro, richiamato più volte e in più parti, ma che Costantino Mortati volle insistentemente in apertura: «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione».
E la pari condizione e retribuzione tra uomini e donne (articolo 37), principio costituzionalmente sancito eppure, ancora oggi, non pienamente realizzato il quale, nel 1958, in combinato disposto con gli articoli 3 (pari dignità) e 51 (accesso ai pubblici uffici e alle cariche elettive), consentì a Rosa Oliva, una giovane laureata campana – desiderosa di avviarsi alla carriera prefettizia ma priva del requisito del “sesso maschile” – di cominciare, e concludere con successo, una battaglia per la parità di accesso ai concorsi pubblici attraverso un ricorso alla Corte costituzionale sostenuto proprio dal suo professore universitario Costantino Mortati. Con conseguente successiva apertura alle donne della carriera in magistratura e nelle forze armate.

I ragazzi, chiamati uno per uno dal sindaco Gervasi, hanno accolto il prezioso dono con entusiasmo. L’Orchestra “I giovani filarmonici pontini”, diretti dal maestro Stefania Cimino – alcuni dei quali diciottenni – hanno aperto l’evento con l’Inno nazionale e chiuso con l’Inno europeo, la nostra storia in musica.
«Ecco l’importanza del testo che vi viene consegnato», ha concluso la Sindaca. «Contiene le regole del nostro viver civile, il cui rispetto è il presupposto per la realizzazione di tutti i vostri sogni».

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2 commenti

  1. Sono Rosa Oliva. Grazie per aver citato il Prof. Costantino Mortati, costituente e illustre docente di diritto costituzionale, con il quale mi sono laureata nel 1958 in Scienze Politiche. Anch’io mi ero innamorata della nostra Costituzione, avrei voluto una tesi sull’uguaglianza tra i sessi, ma il Prof. giudicò i tempi prematuri. Fu però mio avvocato nel ricorso alla Corte costituzionale contro l’illegittima esclusione delle donne dalle principali carriere pubbliche. Ricorso concluso con la sentenza della Corte costituzionale che giustamente avete ricordato. Nel 2010 sono stati celebrati i 50 anni della sentenza e ho curato, insieme con la professoressa Annamaria Isastia, il volume Cinquant’anni non sono bastati- Le carriere delle donne a partire dalla sentenza della Corte costituzionale n. 33 del 1960. Per maggiori particolare vedi il sito della Rete per la Parità, associazione di promozione sociale per la parità uomo-donna secondo la Costituzione italiana, creata proprio nel 2010 . http://www.reteperlaparita.it

  2. Grazie, dottoressa Oliva, del suo riscontro. Il giudice Diana ieri ha citato la sua storia – facendo riferimento al prof. Mortati – della quale avevo sentito parlare ma che approfondirò ulteriormente attraverso i contatti da lei indicati, proponendola nei miei corsi di italiano giuridico a Bruxelles.