Il Royal Wedding secondo Paola Saia, esperta di costume e organizzatrice di eventi


Il Royal Wedding è stato seguito da milioni di persone in tutto il mondo, curiose di vedere come sarebbe stato il tanto atteso si tra il Principe Harry e Meghan Markle.

Un evento imperdibile anche per Paola Saia, esperta di costume e organizzatrice di eventi, che con la sua agenzia Pois Gras (www.poisgras.com), si è specializzata anche in addii al nubilato non convenzionali.

Ecco ne pensa lei del Royal Wedding:

Dall’acconciatura volutamente imperfetta all’abito minimale di Meghan Markle, parola d’ordine: ostentazione della normalità!

L’abito maniche lunghe, con scollo a barca disegnato da Claire Wright Keller, la prima designer donna inglese nella Maison Givenchy. Un capo couture in cady di seta dall’estetica elegante decisamente semplice.

Avevo grandi aspettative riguardo l’abito, speravo in qualcosa di più ricercato che guardasse al passato ed alla rigida etichetta, strizzando l’occhio all’innovazione ed al futuro. Invece ho trovato il vestito pesante, che non ha valorizzato pienamente il fisico della sposa, tranne forse per lo scollo.

A mio parere l’abito ha ostentato una semplicità che pareva forzata se pensiamo che Meghan in realtà è un’attrice hollywoodiana, divorziata ed afroamericana, tre caratteristiche che racchiudono in sé luci ed ombre di una figura certamente scomoda per la corona britannica.

Un abito casto che cancella il passato della donna, per introdurla come in un rito, in una nuova dimensione ovattata e fuori dal suo contesto originario.

Per arricchire l’outfit minimale, ha indossato un velo lungo 5 metri, richiedendo che i ricami rappresentassero la flora dei 53 paesi del Commonwealth. Il velo è stato fissato con una tiara di diamanti del 1932 fermata poi da una spilla del 1893.

Nonostante la scollatura importante, Meghan ha deciso di non indossare collier, ma un paio di orecchini ed un bracciale di Cartier di diamanti.

Anche per quanto riguarda l’acconciatura, l’hairstylist ha optato per un importante chignon basso che potesse sostenere il velo, ma volutamente imperfetto, grazie alla ciocca sfuggente. Uno stile abbastanza scomposto che vuole nuovamente evidenziare la “normalità” di questa sposa.

Anche il make up rappresenta minimalismo e semplicità, forse eccessivi… una base impercettibile con tocchi glow, un soft smokey eye sui toni del grigio e labbra nude. Personalmente avrei apprezzato un make up dalla maggiore resa televisiva e che offrisse al meraviglioso incarnato della sposa un po’ di calore e di luce, con toni oro e pesca, magari con un tocco di fard e di rossetto più incisivi.

Un look generale low profile, che non colpisce, ma fa parlare di sé proprio per il suo minimalismo, considerano che si tratta di un evento che coinvolge un membro della casa reale ed una diva di Hollywood.

Ora che l’inno alla semplicità, all’umanità ed alla normalità del Royal Wedding è ufficialmente terminato, non ci resta che attendere le prossime mosse di Meghan, sperando che dentro ad un abito anonimo, sia rimasta la determinata donna femminista ed anti Trump che tutti ci auguriamo che sia!

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