Teatro Le Maschere di Roma "Pinocchia"
Teatro Le Maschere di Roma "Pinocchia"

Teatro Le Maschere di Roma "Pinocchia"


Sarà in scena domani, giovedì 23 e venerdì 24 maggio alle ore 21:00 al Teatro Le Maschere di Roma (Via Aurelio Saliceti 1/3), Pinocchia, la piéce di Stefano Benni per la regia di Monia Manzo, una rilettura dissacrante e contemporanea del personaggio inventato da Carlo Collodi, che si trasforma in una robottina dalle velleità artistiche. La stessa regista interpreta la protagonista, mentre Ermanno Manzetti, che cura anche le musiche, riveste il ruolo di Geppetto. Malù Rotondi e Gioia Celentani interpretano rispettivamente il Gatto e la Volpe, mentre Aurora Deiana è in scena nel doppio ruolo della Fata e del Grillo. Le scene sono a cura di Fabio Calascibetta, luci e suono a cura di Luca Amicosante.

Un testo che prende ispirazione dal capolavoro di Collodi per distanziarsene, tramite la parabola della protagonista, la robottina Pinocchia, comprata appositamente da Geppetto per riempire il proprio incolmabile vuoto esistenziale e per creare uno pseudo-rapporto padre/figlia e amante maturo/Lolita. Pinocchia verrà iniziata alla vita moderna da una piccante fatina e inutilmente consigliata da un Grillo pedante e “tuttologo”. Geppetto cercherà di confinarla tra le povere ma sicure mura domestiche, ma il richiamo dell’incognito e del mondo reale porterà Pinocchia all’incontro con il Gatto e la Volpe, impresari mascalzoni, unici personaggi che in questa pièce mantengono ruoli simili a quelli dell’opera collodiana, fungendo da corruttori e venditori di inutili sogni. Pinocchia diventerà una cantante rock, truffata e abbandonata dagli impresari sotto mentite spoglie della coppia Gatto/Volpe. La ragazza/burattina tornerà da un Geppetto ormai disperato e solo…I colpi di scena non mancano soprattutto quando lo spettatore scoprirà che Pinocchia non è l’unico personaggio artificiale della nostra esilarante storia, sempre accompagnata dal perno centrale della bugia, condimento imprescindibile di qualsiasi azione o sentimento, seppur nobile o sincero.

Note di regia

L’opera di Benni è sempre stata una pietra miliare della letteratura contemporanea italiana per il suo caratteristico stile linguistico e le sue storie sono una commistione vincente tra cruda realtà e un onirico mondo parallelo composto da esseri zoomorfi e immaginari. In questo scenario letterario Pinocchia si inserisce come la pièce che da vita ad una donna-figlia-marionetta dalla cui potenza evocativa sono stata immediatamente attratta. Questa robottina incarna gli innumerevoli e confusi ruoli che una donna moderna spesso rappresenta con cinica consapevolezza mentre in altri casi senza nessuna coscienza o possibilità di poter scegliere la propria vita a causa di un disagio per lo più socio-culturale. Nel virtuosismo linguistico si cela il pensiero veloce e allusivo di un autore che precorre i tempi e non finisce mai di stupirci. I personaggi collodiani vengono trasformati e trasfigurati in maniera funzionale grazie ad una drammaturgia che Stefano Benni rende ricchissima di sfumature sociali, dal rapporto uomo maturo/giovane donna, al corrotto e illusorio mondo dello spettacolo, passando per la solitudine dell’uomo.


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