Mike Joyce
Mike Joyce

The Smiths dj set feat. Mike Joyce al Tender


La più sconclusionata e divertente band del panorama fiorentino è tornata. “Da Milano alle Cascine” è il nuovo album dei Quarto Podere, un monumento di quel sound agreste, agricolo, agrodolce che resiste al logorio della via moderna. E che giovedì 20 febbraio approda sul palco del Tender per diffondere il verbo all’universo terracqueo.
Per i rocker/contadini le vacanze sono finite. Non una settimana a Viareggio, ma ben 11 anni passati chissà dove.

Tanto ci hanno messo i nostri a confezionare questa fatica con cui suggellano anche il trentennale di un progetto sbocciato sui banchi dell’Istituto Alberghiero… Ok, il titolo si presta a fornicanti interpretazioni, ma provocazione e calembour sono da sempre nel dna dei Quarto Podere. “Gl’ha più garbo un ciuco a bere a boccia”, “La nostra infanzia alla TV”, “La ballata dell’agnello triste”, “L’orto vò l’omo morto” sono solo alcuni dei gioielli rupestri con cui ci hanno ammaliato in passato.

E non chiamatelo “Release Party”. “Festeggiamo tutti insieme il nuovo disco – annuncia la formazione – niente ‘presentazioni ufficiali’ , ma una bella festa, facciamo un bel live insieme a voi, si canta, si balla, si spara un po’ di cazzate e chi vole si accatta ‘o ciddì”. Chiaro no?
Strumenti grossi e cervello fino. I contadini/musicisti sono tornati!
Giovedì 20 febbraio 2014 – apertura ore 21,30 – concerto ore 23
Tender Club – via Alamanni, 4 – Firenze
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Dietro le pelli o alla consolle, per Mike Joyce non fa differenza. Sempre di buon brit-pop si tratta, soprattutto quando in ballo c’è un monumento chiamato The Smiths, la più rappresentativa band inglese degli ultimi 30 anni, caratterizzata dalla voce di Morrisey, dalla chitarra Johnny Marr, ma anche dal drumming di Mike Joyce, che insieme al basso di Andy Rourke ne ha scolpito la sezione ritmica.

E nel segno degli Smiths è il dj-set che Joyce offrirà al pubblico del Tender venerdì 21 febbraio, attingendo dalle tante perle distillate dal gruppo di Manchester, dai gruppi che li hanno ispirati e da quelli che ne hanno raccolto il testimone.

“I miei set non sono mai uguali e sono fatti per ballare. Una cosa è certa: passo solo la musica che mi piace, i gruppi che mi appassionano e quelli che penso possano appassionare gli altri. Lo so, soprattutto in Italia il pubblico vorrebbe solo classici come Happy Mondays, Blur, New Order, Stone Roses, Oasis, ma ci sono anche Howling Bells, Metric e molti altri nomi che negli ultimi tempi mi hanno colpito”.

Mike, la storia della new wave, dell’indie-rock e del post punk è nelle tue mani! E un po’ anche in quelle di Macca & Deli e Fritz Orlowsky, a cui è affidato il post-serata mentre ad aprire le danze è il live dei The Nostalgics: pop shoegaze e affini.

Gli inizi di Mike Joyce risalgono alla fine degli anni ’70 dietro i tamburi di due gruppi punk di Manchester: gli Hoax e i Victim. Ma è dall’incontro con Morrissey, Johnny Marr e Andy Rourke che la sua vita arriva al punto di svolta. Gli Smiths sono stati unici e inimitabili. Sia per la voce e le liriche di Morrissey, sia per agli accordi assolutamente originali di Johnny Marr. Particolare merito anche alle vertiginose scale del bassista Andy Rourke che diventavano un tutt’uno con la sezione ritmica veloce ed essenziale di Mike Joyce. In una manciata di anni hanno consegnato alla storia 4 album e un live, più una serie infinita di raccolte.

Dopo lo scioglimento degli Smiths, Mike Joyce prosegue nella sua attività di batterista e si unisce a Sinead O’Connor. Negli anni ’90 si siede dietro i tamburi dei Buzzcocks e poi dei P.I.L. In seguito collabora con Julian Cope, P.P. Arnold e Pete Wylie. Poi arriva un nuovo incontro con l’altro ex Smiths Andy Rourke col quale lavora ad un progetto musicale che li vede insieme ad Aziz Ibrahm (ex Stone Roses), Bonehead (ex Oasis) e Vinni Peculiar.

Recentemente Joyce e Rourke hanno realizzato un docufilm intitolato “Inside The Smiths” disponibile in dvd. Il video racconta le loro esperienze nel gruppo. Nel documentario, sia Joyce che Rourke non risparmiano le lodi a Morrissey ed a Marr, comunicando allo spettatore quanto credessero che gli Smiths fossero speciali, e come siano ancora speciali, per loro. Mike Joyce conduce un programma per l’emittente radiofonica East Village Radio di New York: “The Coalition Chart Show”. E lavora come dj nei maggiori club inglesi e d’Europa.
Venerdì 21 febbraio 2014 – apertura ore 21,30 – concerto ore 23
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La musica di Howe Gelb è parte integrante ed insieme magnifica descrizione del deserto di Tucson, la città dell’Arizona in cui vive. Personaggio cardine dell’alternative country rock americano, Howe Gelb da tempo si divide tra i Giant Sand, la creatura da lui fondata nella metà degli anni 80, e numerosi progetti paralleli.

Howe Gelb non ama stare fermo, dopo l’album solista “Dust Bowl” e “Tucson” dei Giant Sand, il tour che lo porta sabato 22 febbraio sul palco fiorentino del Tender Club (ore 22 – biglietto 15 euro – in collaborazione con Le Nozze di Figaro) segue l’uscita di “The Coincidentalist”, il nuovo lavoro che lo vede ancora una volta a fianco di ospiti importanti come i cantautori Will Oldham (Bonnie Prince Billy), KT Tunstall, M. Ward, Andrew Bird ed il batterista Steve Shelley (Sonic Youth), che lo accompagna anche in questa nuova avventura live.

Mixato da John Parish, il disco segna l’esordio dell’etichetta discografica di Howe Gelb, la New West Records, ed è composto da 11 canzoni collegate tra loro come se fossero un racconto ma che, allo stesso tempo, riescono ad essere indipendenti l’una dall’altra.

“Ho sempre pensato che esistesse un comune denominatore tra Thelonious Monk, Neil Young e Clint Eastwood. C’è un tratto comune nelle cose che hanno fatto”.

Ispiratore anche dei primi Calexico, Gelb si è manifestato in questi anni sotto diverse forme: OP8, Band of Blacky Ranchette, Arizona Amptante. Howe sta dividendo la sua carriera live tra i Giant Sand, nella versione allargata a dodici elementi, e le sue esibizioni soliste. L’ultimo album dei Giant Sand (ribatezzati per l’occasione Giant Giant Sand grazie alla formazione composta da dodici elementi) è ‘Tucson’, che ha avuto un grande successo riportando in auge la band e la figura di Howe Gelb, che l’anno scorso ha pubblicato un altro eccellente lavoro solista, ‘Dust Bowl’.
Sabato 22 febbraio 2014 – apertura ore 21,30 – concerto ore 22


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