Roberta Angelilli
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Violenza donne, Angelilli: “Dati shock: Unione europea e Stati membri devono fare di più”  


Bruxelles, 12 marzo 2014. “I dati sulla violenza contro le donne in Europa nell’ambito dell’indagine condotta dell’Agenzia UE per i diritti fondamentali (FRA), confermano la portata di un fenomeno allarmante e sconvolgente che colpisce e umilia le donne sotto forme diverse”. Lo ha dichiarato il vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli (NCD/PPE), presidente del Gruppo di alto livello sull’uguaglianza di genere.

“Secondo i dati presentati a Bruxelles, il 33% delle donne intervistate ha subito violenza fisica e/o sessuale dall’età di 15 anni (il 12% prima dei 15 anni), il 43% ha subito forme di violenza psicologica da parte del partner e il 18% è stata vittima di comportamenti persecutori (stalking)”.

“Sono numeri vergognosi – puntualizza l’eurodeputata – se si pensa che questi crimini si consumano spesso tra le mura domestiche o nell’ambito del proprio ambiente lavorativo: nel 22% dei casi l’autore della violenza fisica e sessuale è stato il partner, ed è aberrante che una donna su cinque abbia subito violenza durante la gravidanza da parte del compagno attuale. Il 32% delle vittime ha subito molestie sessuali nell’ambito lavorativo”.

“Una gravissima violazione dei diritti umani che deve essere combattuta con norme efficaci dal punto di vista della prevenzione, della tutela delle vittime e sotto il profilo sanzionatorio ma anche sotto il profilo culturale. E’ significativo infatti il dato riguardante le denunce: solo un terzo delle vittime di violenza e molestie inflitte dal proprio partner ha denunciato l’accaduto e il 74% delle vittime di stalking non si è rivolta alla polizia per denunciare i casi più gravi”.

“E’ necessario inoltre intervenire nei confronti delle nuove forme di violenza che colpiscono le giovani donne: il 20% delle ragazze di età compresa tra i 18 e 29 anni ha subito molestie attraverso social network, posta elettronica e sms”.

“Nei confronti di questo aberrante crimine non è ammissibile alcun tipo di tolleranza. L’Unione europea ha adottato importanti atti, ma occorre fare di più: per prima cosa tutti gli Stati membri devono procedere con la ratifica della Convenzione di Istanbul. Inoltre, come chiesto dal Parlamento europeo nella relazione votata nella scorsa sessione plenaria, di cui sono stata relatrice per parere, bisogna considerare la violenza contro le donne tra i casi di criminalità particolarmente grave perché dobbiamo arrivare al più presto a una direttiva europea che stabilisca norme comuni, efficaci e dissuasive, valide in tutti i 28 Stati membri”.


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