Adele Ceraudo
Adele Ceraudo

Lady Bic: flussi vitali in punta di penna. Il sogno come guida e il Femminile come Unico Soggetto


Inchiostro come sangue. Il sogno come guida. E il Femminile come Unico Soggetto. Anche nella trasposizione di opere maschili (Gesù nella crocifissione, L’Uomo Vitruviano…)

Ma sangue non nell’accezione violenta; bensì come flusso vitale che cinge –in punta di penna- emozioni altrimenti inarginabili, vibrazioni d’urto, ritratti che urlano o sussurrano, pulsioni a tutto volume.

Opera che, a descriverle, si rischierebbe solo di impoverirne l’anelito, aggiungendo – con qualunque pur estasiato commento- solo il superfluo, diventando inopportuna, quasi fastidiosa, ogni inutile spiegazione. Parole di ingombro, di interferenza, di disturbo alla schiettezza dell’Autrice che trapassa violentemente carta, tele, pareti con tutta sé stessa.

E, mentre lo fa in ritratti che finiranno nelle case delle dive più popolari di Holliwood (da Angelina Jolie a Madonna), contemporaneamente si dona alle pareti di ambienti interni, essendo una delle firme della Carta Da Parati d’Autore, recentemente in mostra a Milano.
E allora – visto che le immagini si raccontano da sole, attraverso le espressioni di quegli occhi, il pulsare di quella circolazione evidente nei tratti quasi tangibilmente marcati di palpitanti sistemi venosi e arteriosi- la parola la lasciamo all’Artista (che incontriamo nel suo studio, incastonato fra i vicoli immortali di Trastevere, in Roma) e al suo talento oramai universalmente riconosciuto.
In una intervista intima e affettuosa, ecco a voi: Adele Ceraudo, Lady Bic.

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