Massimo Bubola
Massimo Bubola

Il Testamento del Capitano: Massimo Bubola canta la Grande Guerra


Massimo Bubola aveva circa 23 anni quando Fabrizio De Andrè lo volle al suo fianco nella scrittura dell’album Rimini, uscito poi nel 1978. Il cantautore ligure aveva capito che in quel giovane artista c’era talento, curiosità e una grande voglia di andare ‘in direzione ostinata e contraria’. Proprio in quei giorni, insieme a Fabrizio, Bubola scrisse uno dei suoi primi brani sul tema della guerra: Andrea. Da quel momento il cantautore veronese ha snocciolato spesso nelle sue canzoni un punto di vista antimilitarista, oltre a coltivare un ampio interesse per i canti legati al primo conflitto mondiale. Nel 2005, infatti, ha pubblicato un concept album, Quel lungo treno, dedicato proprio a quelle antiche arie. Dopo circa 9 anni, il cantautore veronese torna a riproporre diversi brani dell’epoca con l’album  Il Testamento del Capitano, che esce oggi in tutti i negozi di dischi. Da Ta pum a Bombardano Cortina, da Sul ponte di Perati a La tradotta, i canti della Grande Guerra vengono rivisitati con la sensibilità e l’esperienza trentennale di un grande autore e musicista, che ha esplorato le diverse varianti del rock e del folk. “Molti di questi brani li conoscevo fin dalla più tenera età – ha raccontato Bubola – sono stati il mio primo approccio con la canzone, li cantavo con mio nonno, con mio padre, coi miei zii. Tante volte mi è stato chiesto perché, negli anni, avessi io stesso scritto tante canzoni sulla guerra e in particolare sulla Prima guerra mondiale; riflettendo ho capito che mi è rimasto dentro una sorta di imprinting a partire da queste esperienze infantili, da questo primo approccio alla musica popolare”.

Nell’album il cantautore ha inserito anche canzoni nuove, scritte da lui per l’occasione, che instaurano un dialogo simbolico con i brani del passato. “Ho voluto anche qui unire canzoni tradizionali, che hanno cento anni, con mie canzoni nuove, che hanno un anno di vita – ha dichiarato Bubola – un po’ come in un film che accosta immagini di repertorio e immagini nuove, sotto un’unica regia. Un artificio realizzato anche nei due film sulla Prima guerra mondiale: ‘Uomini contro’  di Rosi e ‘La Grande Guerra’ di Monicelli. Queste sono canzoni che ho voluto riportare ad una visione individuale, visto che oramai sono da sempre più un repertorio corale e contemporaneamente ho voluto portare alla coralità due mie nuove composizioni ‘Rosso su verde e ‘Noi Veniàm dalle pianure’, con l’esecuzione del coro Ana-Milano nel tentativo di arricchire una letteratura dei canti di montagna e della guerra, che in Italia è poco visitata. Il Testamento del Capitano è un’altra importante tappa del mio lungo lavoro di rivisitazione e riscoperta delle radici musicali e letterarie del folk di area lombardo-triveneta”.

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