Sufjan Stevens
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Sufjan Stevens: dopo anni di attesa torna in Italia a settembre


Dopo anni di attesa torna finalmente in Italia Sufjan Stevens per presentare l’ultimo acclamato nuovo capolavoro Carrie & Lowell uscito in Italia per Asthmatic Kitty /Goodfellas a fine marzo.

Il nuovo album che prende il titolo dal nome della madre e del patrigno dell’autore segna un ritorno alle origini per Sufjan Stevens.
Undici canzoni che parlano di vita e morte, amore e perdita, e della lotta dell’artista per dare un senso alla bellezza e alla bruttezza dell’amore.
‘Carrie & Lowell’ è’ anche un ritorno deciso alla scrittura più soffusa ed acustica, dopo gli esperimenti multimediali che hanno portato il cantautore a confrontarsi a tutto tondo con l’avanguardia, approdando con successo anche nel circuito dei teatri off della East Coast.
Anche gli esperimenti di natura più elettronica ed r&b possono essere messi in disparte e della liaison con Son Lux e Serengeti non c’è infatti traccia in questo nuovo lavoro registrato da Stevens insieme a Casey Foubert, Laura Veirs, Nedelle Torrisi, Sean Carey, Ben Lester e Thomas Bartlett e mixato da Stevens, Bartlett and Pat Dillet.

Torna al suo universo mistico ed al contempo casalingo Sufjan, a quell’essenzialità che ne aveva fatto un principe nello sterminato campo degli autori contemporanei. Un disco rassicurante, che sembra stridere con l’angustia dei tempi moderni, un lavoro che trasmette fiducia, immediatamente.
Che nessuno si azzardi a mettere al bando la filosofia, quelli che assaporerete sono ben 44 minuti focalizzati sulla mortalità, la memoria e la fiducia. Sono undici canzoni – comunemente intese – ed ognuna di esse ricorre ad una fragile melodia, fino a trascendere in una solenne inno moderno.
L’atmosfera elegiaca del disco ci consegna uno degli autori più puri del nostro tempo, un divino cantastorie, un usignolo la cui buona novella timidamente si deposita sullo zerbino di casa.

Sufjan Stevens è un cantautore di stanza a Brooklyn, NY. Dopo aver dedicato due album a due stati americani (‘Michigan’ and ‘Illinois) aver realizzato una collezione di brani biblici (Seven Swans) un album elettronico ispirato agli animali dello zodiaco cinese (Enjoy Your Rabbit’) e due collezioni natalizie (‘Songs for Christmas’, vol. 1-5 and ‘Silver & Gold’, vol. 6-10), e un album commissionato dalla Brooklyn Academy of Music per il Brooklyn-Queens Expressway (‘The BQE’) nel 2010 Stevens ha pubblicato il bellissimo ‘The Age of Adz’, collezione di brani ispirati all’artista Royal Robertson. Nel 2015 a distanza di 3 anni arriva il nuovo capolavoro Carrie & Lowell.

21 SETTEMBRE 2015 – MILANO – TEATRO DELLA LUNA

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Sufjan Stevens, in concerto in Italia a maggio

Dopo anni di attesa, arriva per la prima volta in Italia Sufjan Stevens, per presentare il recente ed acclamato The Age of Adz, uscito in Italia per Asthmatic Kitty /Goodfellas.

The Age of Adz è il primo vero album di brani originali di Sufjan dal lavoro del 2005 ILLINOIS.

Si tratta probabilmente del suo album più particolare, sia per la mancanza di una base concettuale dominante, com'era avvenuto con i primi lavori, sia perchè qui Sufjan rinuncia alle tecniche precedenti di storytelling in favore di proclami più primitivi, istintivi e liberi.

Il risultato è un album più vibrante, urgente e più esplicito di qualunque suo lavoro precedente. I temi sviluppati in The Age of Adz non sono storici o polemici, ma personali e universali: l'amore assoluto, il sesso, la morte, la malattia, l'ansia e il suicidio sono i soggetti che si annodano su un tappeto di brani pop elettronici che trasmettono un senso di immediatezza, urgenza e ansia inedite nella musica del cantautore statunitense.

Gli elementi “cosmici” sono resi più intensi dalle sonorità utilizzate in questo album, deliberatamente elettronico, caratterizzato da un ampio uso di sintetizzatori. Le chitarre acustiche e i banjo sono stati rimpiazzati da drum machine e sintetizzatori analogici. Loop, samples e effetti digitali gorgogliano sotto ogni verso e ritornello. Per coloro che hanno familiarità con i primi lavori di Sufjan, (per es. Enjoy Your Rabbit) quest'incursione nella musica elettronica non dovrebbe stupire più di tanto. La differenza è che qui l'elettronica è parte integrante di una collezioni di canzoni, e la stessa voce è distorta e sporcata dai pedali e dagli effetti.

Inoltre l'album è fortemente caratterizzato dalla presenza di archi, ottoni, strumenti a fiato e di un ricco coro. Questi elementi live creano vivaci
giustapposizioni con l'elettronica, evocando una sorta di conflitto tra reale e irreale, tra ordinario e straordinario.
Questi temi sono perfettamente illustrati in The Age of Adz, che si ispira all'arte apocalittica di Royal Robertson (1930-1997), pittore nero della Louisiana, paranoico e schizofrenico, autoproclamatosi profeta, e il cui lavoro raffigura i sogni vividi del pittore, visioni di alieni, automobili futuristiche, mostri
eccentrici, e scene del Giudizio Universale, con un linguaggio che oscilla tra la profezia biblica e la mitologia nordica.

Tuttavia Robertson era anche un uomo dalla vita ordinaria, che viveva da solo in povertà in una roulotte e anche i suoi lavori più epici contengono strazianti riferimenti alla fame, alla solitudine al desiderio di intimità. Nello stesso modo l'immaginazione di Sufjan vaga irrequieta
tra oracoli e rivelazioni divine, mentre il suo corpo aspira al semplice contatto umano della persona amata, di un fratello, di un amico.

SUFJAN STEVENS in concerto

Martedì 24 maggio 2011 – Ferrara – Teatro Comunale
Apertura porte: Ore 20,00