Rodolfo-Lagana

Rodolfo Laganà in scena al Salone Margherita dal 19 al 28 febbraio Nudo Proprietario 2.0


Dopo il grande consenso di pubblico e critica torna in scena al Salone Margherita di Roma, Rodolfo Laganà con lo spettacolo “Nudo Proprietario 2.0”, il one man show che ha appassionato centinaia di spettatori e che ha segnato un sold out dopo l’altro.

Gli ingredienti di Nudo Proprietario 2.0 sono: un mix di comicità, romanticismo, irrazionalità, tanta musica ma soprattutto un Laganà disposto a mettersi completamente a “nudo” per il suo amato pubblico.

Partendo da una riflessione sull’età, Laganà racconta se stesso e le avventure con una vita che, col passare del tempo, ti cambia radicalmente.

“Ho 58 anni e l’età mi ha cambiato tante cose, a cominciare dal carattere. Infatti prima al computer usavo il 12, ora se non metto minimo il 24 vedo solo una macchia nera”.

Affiancato in scena dai suoi unici neuroni rimasti, quello della memoria (Gianni Quinto) e quello della musica (Roberto Giglio), Rodolfo Laganà si confronta con se stesso e apre una divertentissima parabola che comprende il rapporto con il sonno, col sesso, con la politica, con gli altri.

E in un personale outing, Laganà ci racconta anche il suo rapporto con il cibo, in un cammino che l’attore fa passando per tutti i tipi di diete che ha provato, passando per il marasma dell’alimentazione alternativa, del biologico e della medicina omeopatica.

“Sto facendo tanti percorsi. Sarà per questo che non mi ricordo mai dove ho parcheggiato la macchina”.

In questo personale viaggio che Laganà fa sull’età, non mancheranno musica, battute irresistibili, atmosfere surreali e dissacranti in cui ridere e riflettere di un uomo che parlando della sua età, parla di una generazione che per dire ancora la sua è costretta ad adeguarsi al cambiamento, al ritmo, alla velocità, al multimediale, a Facebook, alle tessere del bancomat, alle odissee nel traffico sempre di fretta.

Invece, quasi fosse una filosofia zen, il comico romano dice che per essere “Nudi proprietari” della propria vita bisogna prima di tutto fare una cosa: rimpadronirsi del proprio tempo, liberi da ogni schiavitù che inganni la mente.

Anche perché è solo così, dice Laganà, che si può ancora essere liberi di sognare.

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