Si è chiusa la settima edizione di Spring Attitude


Si è chiusa all’alba di domenica 22 maggio la VII edizione di Spring Attitude, il festival internazionale di musica elettronica e cultura contemporanea della Capitale.

L’ulteriore sviluppo, rispetto al 2015, della sezione dedicata all’arte contemporanea; la novità del momento dedicato alla formazione con i workshop sulla relazione fra immagine e suono che ha coinvolto un centinaio fra studenti e bambini; il convegno sul rapporto fra eventi culturali e sviluppo del turismo cui hanno preso parte 40 fra operatori di settore e rappresentanti dei più importanti festival italiani (Elita, Ypsig Rock, Rock in Roma, Siren), confermano la crescita di una manifestazione che allontana il ricordo delle origini puramente clubbing e si configura come un grande evento in cui sperimentare nuove visioni del futuro e ascoltare i suoni del contemporaneo.
Il video mapping che ha trasformato l’esterno del MAXXI in una esplosione di linee luminose, il cortocircuito fra estetica vintage e sonorità sintetiche nel live audio video di :absent, l’installazione multimediale immersiva dei NONE e i live di John Duncan e Acid Arab hanno dato il via il 19 maggio a una maratona di 3 giorni che ha entusiasmato i tantissimi giovani arrivati da tutta l’Europa ma anche i meno giovani e perfino le famiglie della Capitale.

Oltre 40 ore di musica, performance e installazioni realizzate da 40 fra i più innovativi artisti del panorama internazionale. Anche quest’anno, uno dei punti forti della manifestazione le location. Oltre al già citato MAXXI, la splendida ex caserma Guido Reni ha ospitato, fra i tantissimi artisti della seconda serata, la straordinaria performance di Pantha du Prince: una vera cerimonia elettronica, un rito collettivo contemporaneo davanti a una folla di adepti del culto sonoro più misterico, rapita anche dall’ipnotica installazione degli Otolab, a metà fra sito megalitico del futuro e pista di atterraggio di un’astronave.
Sempre negli affascinati spazi post industriali – questa volta all’aperto – dell’ex Caserma Guido Reni, il sabato pomeriggio, sotto un sole cocente si sono alternati alla consolle dj e producer che hanno fatto ballare anche i bambini più piccoli, accompagnati dai giovani genitori ma colorati da occhiali da sole fluo. Un’atmosfera meravigliosa, un saluto alla primavera che ha affiancato Roma alle grandi capitali europee fino al tramonto, preludio della gran soirée a Spazio 900.

Ed è proprio il maestoso edificio razionalista dell’EUR che la sera del 21 maggio si è trasformato in un tempio in cui si è celebrata una grande liturgia pop con il concerto degli headliner AIR, nella seconda data del loro tour mondiale dopo 6 anni di assenza dai palcoscenici. Un live elegante e sofisticato che ha ripercorso i brani più importanti del duo francese e ha trasportato migliaia di persone in una dimensione sognante e cosmica, cui è seguito l’energica esibizione di Matthew Herbert che ha fatto esplodere il pubblico, la sfida a 4 mani e 2 consolle dei tedeschi Max Graef e Glenn Astro e il set di chiusura di Not Waving che ha salutato l’alba del 22 maggio.
Instancabili, infine, gli oltre 700 fedelissimi che hanno riempito gli spazi del Sisley store di via del Corso nel closing party di domenica aggiungendosi alle 12.000 presenze complessive di tutto il festival.

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