Il pugno di Erdogan sulla scuola: sospesi 15.200 insegnanti


Non si fermano le “purghe” volute dal presidente Erdogan dopo il fallito colpo di Stato di venerdì scorso in Turchia. La reazione ha finora portato in carcere 9.322 persone tra militari (oltre 6.000, tra cui 118 tra generali e ammiragli e 1.350 ufficiali), magistrati (1.500 tra procuratori e giudici) e agenti di polizia dei servizi segreti. Lo ha riferito il vicepremier Numan Kurtulmus. Centinaia di migliaia di lavoratori statali sono bloccati in Turchia da un divieto d’espatrio. E adesso il pugno duro colpisce la scuola, l’università e ancora una volta le emittenti radio e tv.

Sospesi 15.200 insegnanti, chieste le dimissioni dei decani delle università – Sono più di 15mila gli insegnanti pubblici sospesi in seguito al fallito golpe. Lo ha reso noto il ministero dell’Istruzione in un comunicato. “Gli eventi del 15 luglio hanno dimostrato che tutte le persone coinvolte in attività terroristiche dovrebbero essere totalmente escluse da tutte le sfere. In questo quadro, il ministero della Pubblica Istruzione sta effettuando una attività completa per controllare il personale in tutte le istituzioni educative. A partire da oggi, 15.200 persone sono state sospese, un’indagine è in corso nei loro confronti”, recita la nota. E le autorità hanno chiesto le dimissioni di oltre 1.500 “decani” delle università, che hanno un ruolo diverso da quello dei rettori ma comunque di vertice.

Tolta la licenza a 21mila docenti scuole private – Ma il giro di vite sull’istruzione non si ferma qui: il ministero dell’Educazione turco ha revocato la licenza d’insegnamento a 21mila docenti che lavorano in scuole private, molte delle quali sono ritenute vicine alla rete di Fethullah Gulen, accusato dal governo di Ankara di essere il regista occulto del fallito golpe di venerdì scorso.

Colpite la tv pubblica e le emittenti private – Tra le migliaia di persone messe sotto inchiesta ci sono 370 dipendenti della tv pubblica Trt, mentre l’Alto Consiglio per la radio e televisione ha annunciato di aver ritirato le licenze di trasmissione a tutte le emittenti radiotelevisive vicine a Gulen. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale Anadolu, sono state revocate le licenze di 24 emittenti radio o tv. Tra queste, la tv Samanyolu, l’emittente Can Erzincan e radio Dunya.

Epurazione anche tra gli imam: 492 rimossi – La Presidenza turca per gli Affari religiosi (Diyanet), massima autorità islamica che dipende dallo Stato, ha annunciato di aver allontanato 492 dipendenti – tra cui imam e docenti di religione – per il sospetto di legami con la rete di Gulen. La Diyanet ha anche annunciato che non permetterà lo svolgimento dei funerali islamici per i golpisti uccisi.

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