Niccolò Rinaldi
Niccolò Rinaldi

Piccola anatomia di un genocidio. Auschwitz e oltre. Perché la storia insegni


Bruxelles, 30 gennaio 2013. L’eurodeputato Niccolò Rinaldi, capodelegazione dell’IdV e autore del libro“Piccola anatomia di un genocidio. Auschwitz e oltre”, è stato il protagonista, insieme ad Alessio Sardelli, di una performance teatrale – che ha avuto luogo ieri all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles –  tratta dal suo libro, con le musiche e le immagini di Claudio Boncompagni e il coordinamento tecnico di Massimo Carotti.

Fra le tante opere dedicate alla Shoah, “Piccola anatomia di un genocidio” ha l’ambizione di raccontarla con completezza, senza pudori e senza sconti per nessuno, fra il dolore delle vittime e la consapevolezza, se non la vergogna, degli altri. Un racconto emotivo che, in cento tappe, descrive il lungo viaggio ad Auschwitz – dall’antisemitismo alle modalità della macchina dello sterminio, dalle verità ufficiali troppo comode alle ceneri del dopoguerra che conducono fino al Rwanda.

A voci alternate – parlano il narratore, le vittime e i carnefici – gli spettatori sono stati guidati attraverso una ridda di domande e di risposte, molte domande senza risposta, sull’assurda eliminazione di sei milioni di ebrei, 6800 dei quali italiani, e sul perché di una tragedia che sa dell’incredibile – ed è per questo che “il germe del negazionismo” è sempre in agguato.

Un’immersione originale, forte ma non aggressiva, onesta e disincantata, in un passato ancora troppo vicino, che brucia ancora sulla pelle di noi tutti, anche e soprattutto di chi è venuto dopo e ha il dovere di vegliare a che nulla di tutto questo si replichi.

“Gli ebrei sono memori della loro storia: ecco la loro colpa, ecco un vero atto di ‘sovversione’ per i totalitarismi’”. Eppure, è solo la storia e la sua conoscenza che ci possono salvare. Auschwitz è stato“l’assenza del limite”. Nonostante questo, in quegli esseri umani che vi hanno resistito, in nome della loro storia, c’era una forza superiore, c’era la voglia di vivere. “La luce della vita è più forte di un’oppressione collettiva”.

“Pochi mesi dopo che l’Unione europea è stata premiata con il Nobel per la pace non si può non ricordare che il progetto di pacificazione rappresentato proprio dall’Ue è nato anche per la volontà dei cittadini europei, tra cui tantissimi italiani, di riemergere da uno dei periodi più bui della nostra storia – ha dichiarato Federiga Bindi, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura – E’ necessario continuare a ricordare la Shoah, tutti insieme, attraverso le nostre istituzioni e nelle nostre famiglie, affinché simili tragedie non si ripetano mai più. Proprio per questo, in occasione delle celebrazioni del giorno della memoria delle vittime della Shoah, l’IIC ha presentato la lettura di quel periodo di Niccolò Rinaldi, che ringrazio per aver scelto di realizzare, proprio nel nostro Istituto, questa suggestiva performance tratta dal suo libro”.

“Raccontare la Shoah è una misura indispensabile e un primo antidoto contro il male assoluto. Anche se il mondo di oggi è fatto di nuovi stragi in corso e di altri stermini, occorre passare allaconsapevolezza diffusa nella società per sancire un no comune a ogni forma di violenza e sopraffazione“, ha puntualizzato Niccolò Rinaldi. “Complice anche questo momento di crisi l’estrema destra europea sta costruendo nuovi percorsi, tornati a diffondere odio e divisioni che non sono propri di un’Europa che si è costruita sui cocci del genocidio. E’ dunque quanto mai prioritario sostenere che l’Europa deve ritrovare il senso della sua unità, e che il ricordo, profondo e condiviso, della Shoah ne è la migliore intenzione”.

 


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