Italian Roots Tour, Matthew Lee al Combo di Firenze


“Per quanto mi riguarda essere d’altri tempi non significa rimanere ancorato al passato, ma semplicemente recuperare valori importanti, che forse stavamo rischiando di perdere, il tutto però rivisto in una chiave attuale, non un’operazione nostalgia, ma un qualcosa che spero possa essere percepito come una novità”.

Per ogni artista le radici sono un elemento imprescindibile. E’ questa è la filosofia alla base dell’Italian Roots Tour che Matthew Lee – al secolo Matteo Orizi – porta sabato 18 febbraio al Combo di Firenze (ore 22 – via Mannelli, 2a – biglietto 5 euro).

Funambolo del pianoforte, performer, cantante e molto altro, Matthew fonde le radici rock’n’roll e quelle italiane. Il risultato è una serie di classici della canzone italiana rivisti, stravolti, reinventati proprio in chiave rock’n’roll…

In scaletta non mancano grandi classici, brani inediti e un sacco di sorprese in perfetto stile Matthew. Uno show superenergico.

Definito “The genius of rock’n’roll” dalla stampa internazionale, Matthew Lee è tra i protagonisti di uno dei trend internazionali di maggior appeal, il rilancio delle atmosfere anni 50.

Poco più che trentenne, ha già alle spalle un migliaio di concerti in tutta Europa e oltre, compresa una data al Cincinnati Blues Festival, nell’Ohio, dove si è esibito al fianco di grandi artisti del blues americano e cinque serate filate al Lionel Hampton Jazz Club di Parigi.

Il 2016 si è chiuso con la pubblicazione di un suo inedito di Natale (Shout out Christmas) all’interno della compilation di Virgin Radio “Christmas in Rock vol. 2” e due concerti oltreconfine, negli Emirati Arabi e a Mosca.

Memorabili e cliccatissimi anche i suoi show improvvisati, tra gli altri quelli alla Galleria di Milano e all’aeroporto belga di Charleroi, mentre pochi giorni addietro lo abbiamo visto in tv su Rai1, ospite di Gigi Proietti nel programma “Cavalli di battaglia”.

Per lui parlano gli attestati di stima di personaggi come Renzo Arbore e Red Ronnie, che lo hanno voluto ospite nei loro programmi, o artisti come i Nomadi, che hanno creduto in lui al punto da produrgli il disco d’esordio “Shake”.

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