Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini

Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini: al via gli appuntamenti


Entra nel vivo la preziosa rassegna di eventi culturali offerti dall’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, hub culturale nel cuore di Roma e innovativo progetto di alta formazione del teatro, della canzone e del multimediale guidato rispettivamente da Massimo Venturiello, Tosca e Simona Banchi.

Marzo si focalizzerà sull’arte indipendente. La programmazione si aprirà il 4 e 5 marzo con il teatro, nell’ambiziosa violenza comica di Chantecler di Edmond Rostand, curato da Armando Pugliese, il regista che per la prima volta portò questo testo sul palcoscenico nel 2007. I protagonisti sono animali, simbolica metafora della condizione sociale umana, che indossano costumi fedeli alla produzione originale del Teatro Stabile di Catania curati dalla pluripremiata costumista Silvia Polidori.

Nell’adattamento e traduzione di Enzo Moscato, Chantecler sarà portato in scena dai giovani attori della Sezione Teatro sotto la guida di Pugliese, in questa occasione anche docente d’interpretazione. Gli attori si cimenteranno con un testo complesso e di grande forza espressiva, dove ampi squarci di grande poesia si intrecciano ad un tessuto drammaturgico avvincente. Il fascino di Chantecler risiede nel serrato confronto fra istinto animale primario e i comportamenti umani che derivano da quell’istinto.

Quest’apologo zoomorfo è la metafora di una condizione sociale che vale anche oggi. La pièce è nata più di 100 anni fa, ma i difetti, i meccanismi dei rapporti umani del bestiario non sono mutati nella nostra epoca – spiega Armando Pugliese. C’è un cortile dove razzolano gli animali di campagna, e c’è la festa sette-centesca della faraona, ma il racconto simbolico di Rostand è chiaro: col gallo Chantecler che pensa di far sorgere lui il sole. È un testo attualissimo, lirico, romantico, socialista e marxista.

Lo spettacolo prenderà vita in un teatro completamente destrutturato, dove lo spazio sarà elemento fondamentale della rappresentazione e dove gli attori saranno chiamati ad interpretare personaggi non umani, lavorando quindi al massimo sul distanziamento dalla propria individualità.

Credo che questo lavoro – dichiara il coordinatore della sezione Teatro Massimo Venturiello – possa essere molto utile per l’accrescimento dell’espressività comunicativa degli allievi del nostro corso. Attraverso l’utilizzo di una comunicazione non solo verbale ma anche e soprattutto corporea, i nostri ragazzi, trasformati in animali, saranno costretti a recitare anche e soprattutto col corpo. L’uso della maschera inoltre renderà necessaria un’energia scenica superiore a quella alla quale sono abituati. Una scuola dovrebbe servire soprattutto ad eliminare gli ostacoli che spesso si annidano nelle personalità degli allievi e che impediscono la liberazione del talento. È mia convinzione che questa avventura rappresenterà una tappa indelebile in questo percorso formativo e artistico.
Il disegno dei costumi, curati da Silvia Polidori, mantiene inalterato il fascino di quelli concepiti per il debutto dell’opera nel 1910 a Parigi, con forti connotazioni contemporanee.

Le musiche sono di Enzo Gragnaniello, dirette da Paolo Coletta. Le maschere sono state create nel corso di un laboratorio organizzato da Officina Pasolini, condotto da Silvia Polidori, Manuela Velardi e Camilla Grappelli, mentre i movimenti coreografici sono stati curati da Fabrizio Angelini.
Promossa dalla Regione Lazio con il Fondo Sociale Europeo in collaborazione con l’Università degli Studi Roma Tre e il Conservatorio Santa Cecilia, Officina Pasolini è una casa per giovani artisti e allo stesso tempo un luogo pubblico integrato nella città per produrre e diffondere cultura, grazie a una serie di incontri che ogni mese, fino a giugno, apriranno le porte al pubblico.

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