Italia promossa a pieni voti da Germania, Francia, Spagna e l’Alto rappresentante Ue per le ultime misure messe in campo in materia di lotta all’immigrazione clandestina. Ma anche per l’accordo con la Libia – raggiunto nelle ultime settimane – volto a contrastare i mercanti di essere umani. Queste le indiscrezioni che circolano dal vertice di Parigi dove i quattro Paesi si siederanno a un tavolo per affrontare l’emergenza migranti.
Nel corso della riunione, fortemente voluta dal presidente francese Emanuel Macron, si parlerà anche della possibilità di fornire un aiuto concreto ai Paesi di origine dei migranti che tentano di raggiungere l’Europa. Non è un caso dunque che saranno presenti ai lavori il presidente del Niger, Mahamadou Issoufou, e il presidente del Ciad, Idriss Debyitno.
Nel documento del vertice si legge come “il progetto di cooperazione con 14 comunità locali sulle rotte migratorie in Libia è molto opportuno”. Progetto perfezionato dal ministro dell’Interno Marco Minniti e che prevede un coinvolgimento delle comunità locali nel frenare gli sbarchi in cambio di aiuti. “Ognuna di queste – spiegano dal Viminale – presenterà presto un progetto che dovrà decollare già a settembre”. Condiviso da Francia, Germania e Spagna anche il tanto discusso codice che le Ong – che operano nell’ambito del salvataggio dei migranti – debbono sottoscrivere. Lo definiscono “un passo in avanti positivo che consente di migliorare coordinamento e efficacia dei salvataggi”. “I Capi di Stato e di governo – si legge ancora – chiedono a tutte le Ong che operano in zona di firmare”.
I tre Paesi dunque intendono sostenere l’Italia su tutta la linea. E sono disposti “a intensificare i ricollocamenti come il personale necessario a Frontex e all’Ufficio europeo che si occupa della materia dell’asilo”.
Resta da vedere la reazione dei Paesi del Nord dell’Unione, a partire dall’Austria e soprattutto quanto i Paesi del gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) prenderanno sul serio queste afffermazioni dopo che da mesi parlano di “ricatto e diktat” della Ue verso di loro sul tema della politica migratoria comune.
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