Stradivari. L’eccellenza cremonese conquista la Russia


Raccontare Antonio Stradivari, le origini e l’affermazione della liuteria cremonese nel mondo: è questo l’obiettivo della mostra “The Myth of Stradivari”, in programma dal 30 novembre al 28 febbraio al Glinka national museum consortium of Musical Culture di Mosca.

La rassegna, realizzata in collaborazione con il Museo del Violino di Cremona e il network internazionale friends of Stradivari, ripercorre l’opera del grande liutaio, quella degli Amati e dei Guarneri ed illustra come la tradizione cremonese abbia attraversato i secoli e sia ancora eccellenza alto artigianale.

Sarà dunque possibile ammirare e ascoltare capolavori senza tempo, in buona parte provenienti proprio dalla collezione di Stato Russa o dal Museo cremonese, patrimonio della città o prestati nell’ambito del progetto friends of Stradivari, network internazionale tra quanti suonano, amano, studiano o custodiscono i capolavori dei grandi liutai cremonesi.

Tra questi uno dei più antichi violini mai realizzati, costruito da Andrea Amati nel 1566 circa per l’orchestra di Carlo IX re di Francia. Non meno importanti gli strumenti del Glinka Museum: c’è lo Stradivari 1671 appartenuto alla regina Elisabetta del Belgio e quello suonato da Oleg Kagan, una rarissima viola del 1715, gli Amati e i Guarneri, dal capostipite Andrea al celeberrimo Giuseppe detto “del Gesù”. La loro lezione ispira gli artigiani del XVIII e XIX secolo – in mostra un violino piccolo di Giovanni Battista Ceruti, uno di Luigi Digiuni ed una viola di Gaetano Antoniazzi – e si rinnova quotidianamente nelle botteghe dei costruttori di oggi, rappresentati dal primo vincitore del concorso Triennale: Giorgio Cè.

Dal Museo del Violino anche un ricco corredo di forme, attrezzi e modelli provenienti dalla bottega di Antonio Stradivari. Grazie a una serie di contributi multimediali, infine, i visitatori saranno portati prima in Val di Fiemme, dove crescono gli “abeti di risonanza” (il cui legno pregiato è la materia prima dei violini) e quindi nelle botteghe liutarie cremonesi, dove il legno diventa strumento musicale.

“Il Museo del Violino di Cremona – osserva Paolo Bodini, presidente di friends of Stradivari – è davvero orgoglioso e onorato di presentare questa mostra nella prestigiosa sede del Glinka national museum consortium of Musical Culture di Mosca, in un momento che coincide con la celebrazione del centenario della rivoluzione russa, un evento che ha cambiato la storia di tutto il mondo. Questa mostra prende vita dopo alcuni anni di collaborazione tra i due musei, una collaborazione che è stata davvero molto fruttuosa e ha suscitato amicizie di lunga data tra i membri delle équipe italiane e russe”.

Frutto di questa collaborazione anche il restauro del violino Santo Serafino 1749 delle Collezioni di Stato della Federazione Russa, esposto insieme ad una dettagliata documentazione degli interventi di restauro e recupero funzionale, coordinati dal Museo del Violino

Mai prima d’ora era stata organizzata una mostra analoga non solo in Russia ma in tutta l’Europa orientale. Vladimir Medinsky, ministro della cultura della Federazione Russa, non nasconde il suo entusiasmo: “Sono convinto che la mostra The Myth of Stradivari sarà un evento speciale nella vita culturale e contribuirà all’ulteriore rafforzamento dei legami culturali tra i due Paesi”.

Il Glinka national museum consortium of Musical Culture di Mosca è uno dei più importanti musei di strumenti musicali al mondo: “La collezione – spiega il direttore generale Mikhail Bryzgalov – contiene molti documenti ed oggetti che provano come Italia e Russia abbiano legami antichi. Qui potete trovare manoscritti di Rossini, un autografo di Leoncavallo, versioni stampate di opere di Vivaldi e Verdi e lettere di musicisti italiani che si esibirono in Russia, così come documenti relativi ai soggiorni di compositori e musicisti russi in Italia. Il museo è particolarmente orgoglioso di presentare l’eccellenza della liuteria cremonese e permettere la conoscenza di Antonio Stradivari e del suo mito”.

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