Matera. Altri tre capolavori per “Rinascimento visto da Sud”


Tre ulteriori capolavori arrivano ad arricchire la già strepitosa parata di magnifiche opere riunite dalla mostra “Il Rinascimento visto da Sud” che il pubblico può ammirare in Palazzo Lanfranchi, a Matera, sino al prossimo 19 agosto.

Sono destinati ad approfondire ulteriormente la sezione riservata agli scambi artistici tra Venezia, la Puglia e l’Oriente della mostra.

Marta Ragozzino, direttrice del Polo Museale e curatore, insieme Pierluigi Leone de Castris, Matteo Ceriana, Dora Catalano, della grande rassegna, le presenterà ufficialmente ai visitatori Sabato 18 maggio, alle ore 20.30, scegliendo l’occasione della Notte Europea dei Musei cui, naturalmente, parteciperà anche la sede museale di Palazzo Lanfranchi. La mostra e il Museo, nell’occasione, resteranno aperti sino alle ore 23.00 e ai tre nuovi inserimenti sarà riservata una visita guidata dalla stessa direttrice.

Le opere, inserite in un elegante allestimento, provengono tutte dal territorio di Andria.
Si tratta di due eccezionali tavole raffiguranti le figure di Cristo e della Vergine, affrontate. Ciascuna è inscritta entro una mandorla in oro a guazzo a raggi ondulati incisi, il cui effetto luminoso si riverbera naturalisticamente sulle teste di cherubini e serafini.

L’autore delle due tempere, sicuramente artista di assoluta maestria, non è documentato. Gli storici dell’arte lo indicano, proprio in relazione a queste due affascinanti opere, come “Maestro d’Andria”, pittore educatosi nell’ambito del Maestro di San Severino e attivo in Terra di Bari nella seconda metà del Quattrocento.
In origine sovrastavano l’altare di San Riccardo, nella Cattedrale di Andria. Al tergo erano rivestite da capselle d’argento che custodivano ben 1008 reliquie di santi e martiri.

In mostra, a sinistra delle due tavole è stato posizionato un altro capolavoro, stavolta di scultura. Si tratta del busto marmoreo di Francesco II del Balzo, terzo duca d’Andria, fedelissimo della casa d’Aragona. Un’opera di grande raffinatezza, originariamente collocata nella chiesa di San Domenico ad Andria, a ricordare il generoso sostegno che il nobiluomo aveva assicurato al complesso conventuale domenicano andriese.
Nel tempio domenicano, il busto sovrastava il corpo mummificato del Duca.

La collocazione in mostra accanto alle due tavole non è affatto casuale. Pare, infatti, che sia stato proprio Francesco II del Balzo a commissionarle.

Tutte e tre le opere appartengono oggi al Museo Diocesano di Andria, riaperto lo scorso 23 aprile dopo importanti lavori di ristrutturazione. E che, in via assolutamente eccezionale, se ne è privato per questa grande mostra materana.

Documentano, con le molte altre opere qui riunite, gli scambi culturali ed artistici vivacissimi, lungo la dorsale adriatica, tra queste terre, Venezia e l’Oriente. “Qui, grazie ai porti della Capitanata, della Terra di Bari e di quella d’Otranto (Manfredonia, Molfetta, Bari, Otranto, Brindisi), le relazioni con la Serenissima erano molto forti. Attraverso Venezia veniva veicolata l’eredità dell’antico, ma anche la cultura greco bizantina attestata dall’altra parte del mare. La stessa Matera, che in questi anni è ancora parte della Terra d’Otranto, appare permeata da una cultura più adriatica che tirrenica”, sottolinea la direttrice Ragozzino.

“Rinascimento visto da Sud” è una mostra co-prodotta dal Polo Museale della Basilicata e dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019. Rimarrà aperta fino al 19 agosto 2019 e può essere visitata durante le ore di apertura del museo [ore 9.00 – 20.00 / Mercoledì ore 11.00 – 20.00].

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