“I Am Banksy” il cortometraggio di Samantha Casella tra premi e festival


Continua il percorso fortunato di “I Am Banksy”, il nuovo cortometraggio firmato dalla regista Samantha Casella dedicato all’artista cult, massimo esponente della street-art e simbolo di una generazione (la cui identità rimane ancora oggi misteriosa).
L’opera ha infatti ha vinto nella categoria Best Mystery Short all’Olympus Film Festival, svoltosi presso il Laemmle NoHo 7 a Los Angeles.

Si tratta del quarto premio dopo Best International Short al Golden State Film Festival di Los Angeles, Miglior Regia al Gulf of Naples Film Festival e Miglior Suono al Silicon Beach Film Festival, svoltosi sempre nella “città degli angeli”.

“I Am Banksy” ha letteralmente conquistato gli americani, tanto per luglio ha avuto una distribuzione nelle sale di Los Angeles e parteciperà persino alle selezioni per gli Oscar 2020.

E non è finita qui, perché nel mese di agosto il corto è stato selezionato al Social World Film Festival, al Nettuno Film Festival e al Los Angeles Independent Film Festival.

Protagonista di “I Am Banksy” è Marco Iannitello, nei panni di un giornalista spregiudicato e arrivista, disposto a tutto pur di scoprire l’identita? di Banksy. Saranno un ex componente della prima “banda di strada” di Banksy, un professore che sostiene di aver avuto come allievo il leggendario artista, un improponibile “socio” che ha pagato sulla sua pelle l’avventurosa esperienza e un gallerista sornione ad avvicinarlo alla soluzione dell’enigma. Ormai incastrato in un vortice dove verita? e menzogna si confondono tra loro, ignaro dei segnali di pericolo emersi lungo il cammino, la discesa negli inferi del protagonista si conclude alla corte di Anubi.

Nel cast anche Caterina Silva, Diego Verdegiglio, Roberto Rizzoni, Mirko Ciociari e Matteo Fiori.

«Il mistero che avvolge l’identita? di Banksy ha contribuito a ricoprirne di fascino la figura. Le sue opere denunciano le assurdita? della societa? occidentale, la manipolazione mediatica, l’omologazione degli individui, l’atrocita? della guerra, la falsita? della politica, l’inquinamento, lo sfruttamento minorile, la brutalita? della repressione poliziesca, il feticismo che avvolge il collezionismo. Per veicolare questi messaggi, Banksy utilizza principalmente soggetti quali poliziotti, bambini, umili lavoratori, scimmie e ratti» – spiega Samantha Casella nelle note di regia – «Eppure, per quanto onorevoli siano questi presupposti, non appare cosi? fuori luogo pensare a Banksy come a una mano disposta a veicolare determinati messaggi imposti da una “mente” decisa, se non a combattere, a puntare il dito contro il “sistema” votato al consumismo piu? sfrenato, ma forse piu? cinico, solo all’apparenza».

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