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Riscossione delle entrate dell’UE: proposte valide, ma non abbastanza ambiziose


È dal 1988 che il sistema di finanziamento del bilancio dell’Unione europea non viene sottoposto a una riforma significativa.

Le recenti proposte di modifica alla riscossione delle entrate dell’UE, che garantiranno la parità di condizioni agli Stati membri, vanno generalmente nella direzione giusta, ma è possibile fare di più.

Questa è la principale conclusione raggiunta dalla Corte dei conti europea nel parere pubblicato oggi sulla proposta revisione delle procedure per la riscossione delle entrate dell’UE.

Le entrate del bilancio dell’Unione europea provengono principalmente da tre fonti: le risorse proprie tradizionali (RPT), una risorsa propria basata sul reddito nazionale lordo (RNL) degli Stati membri e un’altra basata sull’imposta sul valore aggiunto (IVA). Nel 2021 il sistema di finanziamento dell’UE è stato riformato apportando alcuni cambiamenti a due di queste fonti di entrate: le RPT e il contributo basato sull’IVA.

È stata inoltre introdotta una nuova risorsa propria basata sui rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati. L’atto normativo fondamentale che disciplina la riscossione delle entrate dell’UE è il “regolamento sulla messa a disposizione” (RMD), per il quale la Commissione europea ha proposto alcune modifiche.

La Corte dei conti europea le ha accolte in parte positivamente, ma sottolinea alcuni elementi della proposta legislativa che presentano problemi.

“Alcune delle modifiche proposte al flusso delle entrate dell’UE sono pienamente giustificate” ha dichiarato Marek Opioła, il Membro della Corte responsabile per il parere.

“Quelle riguardanti le modalità per mettere a disposizione dell’UE le risorse proprie consentiranno agli Stati membri di prevedere meglio il loro contributo e aiuteranno ridurre l’onere amministrativo gravante sulla Commissione europea. Tuttavia, altre proposte non sono altrettanto valide.

Ad esempio, le procedure proposte per la risoluzione delle controversie differiscono in parte da quelle previste da altri regolamenti esistenti, aumentando così potenzialmente la complessità del sistema delle risorse proprie e incidendo sulla certezza giuridica”.

La Corte sottolinea inoltre che le norme proposte per gestire gli importi inesigibili non semplificano il sistema e non è dimostrato che possano rendere più efficiente la riscossione delle entrate. E in alcuni casi, come per i cambiamenti nella gestione della tesoreria, non sono disponibili informazioni sufficienti per valutare i benefici che le nuove norme apporteranno.

La Corte vede con favore, in linea di principio, le modifiche proposte riguardo al trattamento dei pagamenti tardivi degli Stati membri che, a suo giudizio, apporteranno probabilmente maggiore efficienza, ma riconosce che il numero di casi su cui incideranno queste modifiche ogni anno è relativamente modesto.

La Corte rileva che estendere il massimale di maggiorazione del tasso di interesse di mora ai vecchi casi potrebbe rivelarsi finanziariamente vantaggioso per un ridotto numero di Stati membri.

Nel parere, la Corte avanza suggerimenti su come migliorare le proposte di modifiche alla normativa. Suggerisce di istituire una procedura unica di esame nel sistema dell’UE per comporre le controversie con gli Stati membri in materia di risorse proprie. Propone inoltre che i legislatori riconsiderino l’introduzione di un termine generale per il ritiro dei crediti irrecuperabili dalla contabilità delle RPT.

Infine, la Corte deplora che la proposta legislativa che modifica l’RMD non abbia potuto beneficiare di una rifusione generale di tutte le disposizioni in vigore sui meccanismi di riscossione delle entrate dell’UE, che avrebbe reso il sistema più semplice e trasparente.


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