Afghane donne
“AFGHANA” foto di Laura Salvinelli

Storie di mamme afghane la mostra a Venezia


Storie di mamme afghane e dei loro bambini, di giovani donne che hanno potuto realizzare il sogno di diventare infermiere e dottoresse; il racconto dell’essere donne e madri in un paese complesso come l’Afghanistan: dal 15 marzo 14 aprile presso la sede di EMERGENCY a Venezia,Giudecca 212, saranno le testimonianze e i volti delle donne del Centro di Maternità di EMERGENCY in Panshir i protagonisti della mostra “AFGHANA della fotografa Laura SalvinelliIl 15 marzo alle ore 18.00 l’inaugurazione alla presenza della fotografa, di Luciana Milanimamma di Valeria Solesin vittima nell’attentato al Bataclan di Parigi il 13 novembre 2015, a cui è dedicato il Centro di Maternità di EMERGENCY nel Panshir e in collegamento dall’Afghanistan con la ginecologa Raffaela Baiocchi.

Gli scatti raccontano la storia delle dottoresse, delle infermiere e delle pazienti che hanno partorito nel centro di EMERGENCY dedicato alla maternità. Nel viaggio fotografico si incontra il viso sorridente di Zarghona che ha dato alla luce il primo figlio maschio, Kemeya alle prese con il suo quinto cesareo, le donne nomadi Kuchi durante uno dei loro passaggi stagionali nella Valle. E ancora Asuda che, grazie al Centro di maternità di EMERGENCY, ha potuto studiare e formarsi per diventare ostetrica; Marja, che ha iniziato a lavorare in Afghanistan con EMERGENCY nel 1999; Monika e Keren, medical coordinator e ginecologa, che esprimono tutta la loro felicità per i tanti bambini che hanno visto nascere.

Il reportage sul Centro di maternità ad Anabah nella Valle del Panshir è stato per me come un ritorno a ‘casa’ – racconta la fotografa Laura Salvinelli – ‘Casa’ è per me l’Afghanistan, luogo della mia anima e ‘casa’ è l’impegno di EMERGENCY contro la guerra e in difesa dei diritti umani. Ho lavorato in un mondo in cui fotografare le donne è un tabù e mi sono caricata del ruolo dell’elefante in un negozio di cristalli. Ho combattuto per mostrare nel nostro mondo le foto del parto, che violano un altro tabù, quello del sangue della vita e del corpo reale delle donne. Mi sono posta in continuazione la domanda di tutti i fotografi: se sia giusto entrare nell’intimità degli altri. Credo che la risposta, sempre diversa, dipenda da perché e da come si fa – l’importante è che quella domanda lavori sempre dentro di noi.”

In Afghanistan la mortalità materna è 99 volte più alta di quella registrata in Italia e il tasso di mortalità infantile 47 volte più alto: una donna su 14 muore per complicazioni legate alla gravidanza, mentre un bambino su 18 muore prima di compiere i 5 anni. Ciò anche a causa della difficoltà di accesso alle cure mediche, alle resistenze della famiglia motivate da tabù culturali e religiosi, ai costi da sostenere e alle distanze da percorrere.Quarant’ anni di guerre, il ritorno dei Talebani al governo, la straordinaria siccità, la svalutazione della moneta locale, l’aumento del prezzo di beni di prima necessità come  cereali e carburante, il blocco dei circuiti bancari, l’embargo internazionale, l’emergere di bisogni sanitari nuovi hanno provocato una situazione di povertà assoluta per milioni di cittadini, ridotti letteralmente alla fame, e con sempre maggiore difficoltà di accesso alle cure

L’Afghanistan è un pezzo importante della storia di EMERGENCY, ma dopo 24 anni di lavoro anche EMERGENCY è diventata parte integrante della storia del Paese. E tutt’oggi noi continuiamo a rimanere nel Paese con tre ospedali chirurgici, un Centro di maternità e 41 posti di primo soccorso. La reputazione di cui gode EMERGENCY tra la popolazione locale non solo ha garantito sostenibilità alle attività del Centro di maternità, ma ha anche contribuito a dare forma e sostanza a un nuovo ruolo delle operatrici sanitarie nella regione. Diventare soggetti attivi nella società. Questa è la rivoluzione silenziosa delle donne afghane. Attraverso la concretezza del nostro lavoro quotidiano stiamo sostenendo questa grande battaglia. Oggi le donne che lavorano con noi non sono più semplicemente ‘eccezioni tollerate’ ma stanno diventando velocemente membri rispettati dalle loro comunità, promotrici di cambiamento ed esempio per il superamento dei modelli tradizionali.”, ricorda Rossella Micciopresidente della ONG che lavora in Afghanistan dal 1999.

Nel 2003, accanto al Centro chirurgico del Panshir, EMERGENCY ha aperto le porte del Centro di maternità, ancora oggi l’unica struttura specializzata e gratuita della zona che permette alle donne la formazione necessaria per diventare infermiere, ginecologhe, ostetriche e garantisce alla popolazione femminile di partorire in un ospedale sicuro, che diventa sia per le pazienti che per lo staff un luogo dove prendersi cura di loro stesse.  Qui sono oltre 7mila i parti effettuati ogni annoda quando è entrato in funzione, nel giugno 2003, al dicembre del 2022 nel Centro sono stati visitati più di 487mila donne e bambini e sono stati fatti nascere più di 76mila bambini.

L’ingresso alla mostra sarà libero con i seguenti oraridal mercoledì al venerdì, dalle ore 11.00 alle ore 16.00.

Ѐ possibile concordare altri giorni e orari di visita scrivendo a infovenice@emergency.it

Laura Salvinelli, fotografa, definisce “Reportrait” il suo lavoro che fonde l’empatia senza tempo del ritratto all’urgenza del reportage umanitario. Ritrattista di attori e musicisti fin dal 1982, amante dei viaggi in Oriente, per lei l’11 settembre 2001 rappresenta una svolta: il desiderio a lungo covato di porre l’estetica a servizio dell’etica, mettendosi a disposizione del mondo umanitario, non è più procrastinabile. Appena può parte per l’Afghanistan e realizza reportage – di cui spesso cura anche i testi – dall’Asia e dall’Africa, collaborando con diverse organizzazioni umanitarie.

EMERGENCY attualmente è presente in Afghanistan con due Centri chirurgici per vittime di guerra nelle località di Kabul e Lashkar-gah, un Centro chirurgico e pediatrico, un Centro di maternità ad Anabah, nella Valle del Panshir, e una rete di 44 Posti di primo soccorso e Centri sanitari. Dall’inizio della sua attività nel 2003 nel Centro di maternità di Anabah sono nati oltre 73mila bambini, e sono stati curati più di 477mila donne e bambini.


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