“La nouvelle vague iraniana in otto film”, si intitola così la rassegna che Cineteca Milano dedica a una delle cinematografie più interessanti a livello mondiale e che si terrà al cinema Arlecchino dal 2 al 17 ottobre. Si tratta di otto lungometraggi, molto dei quali premiati ai principali festival, diretti da Mohsen Makhmalbaf, Abbas Kiarostami e Jafar Panahi. Si tratta di film che, sfidando spesso i divieti della censura di regime, hanno raccontato la società iraniana, i costume e le trasformazioni. La parte più corposa della rassegna è dedicata ad alcuni dei film più noti di Abbas Kiarostami: Dov’è la casa del mio amico? (1987), Sotto gli ulivi (1994), Il sapore della ciliegia (1997) e Il vento ci porterà via (1999). Due I film di Mohsen Makhmalbaf, ovvero Pane e fiore (1996) e Viaggio a Kandahar (2001). Non poteva mancare uno spazio per il cinema coraggioso di Jafar Panahi, che proprio di recente ha subito una vera e propria persecuzione da parte del governo per i suoi film e le sue idee. Di Panahi in programma ci saranno Il palloncino bianco (1995) e Il cerchio (2000).
Mohsen Makhmalbaf in breve
Regista, sceneggiatore e montatore cinematografico iraniano, Mohsen Makhmalbaf è nato a Teheran nel 1957. Ha esordito dietro la macchina da presa con Pentimento definitivo (1982), seguito da Rifugiarsi in Dio (1984), Due occhi senza luce (1984) e Il boicottaggio (1985). Ha poi ottenuto l’attenzione della critica internazionale con L’ambulante (1987) e Il ciclista (1989), opere in cui è emersa la modernità di un cinema a tratti legato alla tradizione del suo Paese ma che, al tempo stesso, ha sperimentato nuovi percorsi stilistici e narrativi. Tra gli altri film si ricordano: Salam cinema (1995), Gabbeh (1995), Pane e fiore (1996), Il silenzio (1998). A partire dal nuovo secolo inizia un percorso di distacco graduale dalla politica del governo iraniano e affronta un’ulteriore tappa nella costruzione di una nuova identità cinematografica. Tra i film girati nel nuovo millennio, Viaggio a Kandahar (2001), Sex & filosofia (2005), Viaggio in India (2006),The President (2014), Marghe and her mother (2019). Molto forte il legame con la figlia Samira (nata a Teheran nel 1980) che ha diretto, su sceneggiature scritte dal padre, La mela (1998) e Lavagne (2000).
Abbas Kiarostami in breve
Regista e sceneggiatore cinematografico iraniano, Abbas Kiarostami è nato a Teheran nel 1940 ed è morto a Parigi 2016. Tra i più importanti cineasti contemporanei, ha esordito negli anni Settanta, diventando noto in Europa nel 1987 con Dov’è la casa del mio amico? I film di Kiarostami, raro esempio di coerenza stilistica, rigore e libertà creativa, sono fondati su un sentimento morale dello sguardo, che indaga paesaggi esteriori e interiori di personaggi semplici, ascoltati nella loro realtà quotidiana e nel difficile contesto dell’Iran contemporaneo; ma anche su un’acuta consapevolezza del dispositivo filmico e dei processi di finzione da esso messi in atto, con una tensione metalinguistica mai gratuita e sempre emozionante.
Nel 1969 fonda la sezione per il cinema dell’Istituto per lo sviluppo intellettuale di bambini e adolescenti, che ben presto diventa un centro di studio e di ricerca per la nuova cinematografia iraniana. Il suo film di esordio è Il viaggiatore (1974). Ha poi diretto Il rapporto (1977). Con Dov’è la casa del mio amico?,(1987) si è fatto conoscere dalla critica internazionale al Festival di Locarno. Lo stile semidocumentaristico, la commistione tra reale e fantastico, la particolare attenzione al sonoro e, dal punto di vista tematico, all’universo infantile e adolescenziale, hanno caratterizzato i successivi Compiti a casa, (1989), E la vita continua (1990), Sotto gli ulivi (1994), con cui è diventato noto presso il pubblico europeo. Palma d’oro A Cannes con Il sapore della ciliegia (1997), con Il vento ci porterà via (1999) ha ottenuto il Gran premio speciale della giuria al festival di Venezia. Nel 2000, per raccontare la piaga dell’Aids, si è recato in Uganda a girare ABCAfrica (2001); nel 2002,con Ten, ha dato prova del suo talento innovativo; del 2005 è Ticket e del 2010 Copie conforme. Nel 2012 ha presentato al Festival di Cannes Like someone in love.
Jafar Panahi in breve
Jafar Panahi è nato a Mianeh nel 1960. Autore di corto e mediometraggi per la televisione iraniana, è stato assistente del regista Abbas Kiarostami. Tra le voci più interessanti e originali del nuovo cinema iraniano, ha puntato lo sguardo sul mondo dell’infanzia e sulla condizione femminile del suo Paese con toni ora drammatici ora lievi. Un’accesa sensibilità ai temi di critica sociale ha avvicinato Panahi a posizioni di dissidenza contro il regime iraniano, motivando nel marzo 2010 il suo arresto, che ha suscitato una dura condanna da parte della comunità internazionale. Della sua produzione occorre segnalare: Il palloncino bianco (1995), Caméra d’or a Cannes); Lo specchio (1997), Pardo d’oro al Festival di Locarno; Il cerchio (2000), Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia; Oro rosso (2003); Offside (2006), Gran Premio della giuria al Festival di Berlino. This is not a film (2011) è la spietata denuncia della condizione di perseguitato politico del regista condannato nel dicembre del 2010 a sei anni di carcere e a venti anni di divieto di esercitare la professione e di viaggiare all’estero. Nel 2013 ha girato, in semiclandestinità e in collaborazione con K. Partovi, la pellicola Parde, presentata in concorso al Festival di Berlino dello stesso anno sotto il titolo di Closed curtain e vincitrice dell’Orso d’argento per la miglior sceneggiatura; del 2015 è la regia del filmTaxi, intenso ritratto di una Teheran animata dalla semplice e ineludibile verità del quotidiano, vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino e del 2018 Three faces, insignito del premio per la migliore sceneggiatura alla 71a edizione del Festival di Cannes. Tra i suoi lavori più recenti si segnalano Gli orsi non esistono (2022), che gli è valso il Gran premio della giuria alla 79a Mostra del cinema di Venezia, assegnatogli mentre il regista era in carcere, nuovamente arrestato per avere protestato contro la detenzione del regista dissidente M.Rasoulof e scarcerato nel febbraio 2023. Per la pellicola A simple accident (2025), potente inno alla resistenza contro il regime, l’artista ha ricevuto la Palma d’oro al Festival di Cannes 2025.
IL PROGRAMMA DELLA RASSEGNA
Giovedì 2 ottobre, ore 19.00
Il vento ci porterà via
Regia e scenegg.: Abbas Kiarostami. Int.: Behzad Dourani, Noghre Asadi, Roushan Karam, Elmi, Barman Ghobadi, Ali Reza Naderi. Francia/Iran, 1999, 115’.
Un solo protagonista – gli altri, i suoi compagni, sono presenti soltanto in voce -, che si reca in una regione a centinaia di km da Teheran per raggiungere un villaggio e filmare un antico rito funebre che lì si celebra.
Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia 1999.
Venerdì 3 ottobre, ore 11.00
Sabato 18 ottobre, ore 15.00
Il sapore della ciliegia
R., sc. e mont.: Abbas Kiarostami. Int.: Homayun Ershadi, Abdol-Hossein Bagheri, Afshin Khorshid Baktari, Safar-Ali Moradi. Iran, 1997, 95’.
Le ultime ore di vita di un uomo che ha deciso di farla finita, non sappiamo il perché. Vaga con la sua auto alla ricerca di qualcuno che lo aiuti a uccidersi in cambio di un’adeguata ricompensa. I primi due che interpella si rifiutano, il terzo, un vecchio contadino, prima tenta di fargli cambiare idea, poi sembra accettare.
Palma d’oro al Festival di Cannes 1997.
Sabato 4 ottobre, ore 15.00
Sotto gli ulivi
Regia, scenegg. e montaggio: Abbas Kiarostami. Fot.: Hosein Jafarian, Fahrad Saba. Int.: Hossein Rezai, Tahereh Ladania, Mohamad Ali Keshavarz, Zarifeh Shiva. Iran, 1994, 103’.
Un regista sta girando un film nella regione dell’Iran colpita dallo spaventoso terremoto del 1990. Ma le riprese vanno avanti fra mille interruzioni a causa dei conflitti sentimentali fra i due attori scelti come protagonisti.
Premio Rossellini al Festival di Cannes 1994.
Domenica 5 ottobre, ore 13.00
Il cerchio
R. e mont.: Jafar Panahi. Sc.: Kambozia Partovi. Int.: Fereshteh Sadr Orafai, Fatemeh Naghavi, Nargess Mamizadeh, Maryam Parvin Almani. Iran/It., 2000, 90’.
Nelle strade di Teheran si incrociano le vite di donne con storie diverse ma dai destini comuni: una ragazza ha appena partorito una bambina. Lei non lo sa ancora, ma entrambe sono già indesiderate. Tre donne vengono rilasciate dal carcere con un permesso temporaneo. Il bisogno di denaro per fuggire le porta a compiere gesti disperati. Sola e senza documenti una giovane è costretta a mentire e a implorare un biglietto per lasciare la città. Un’altra donna è costretta ad abbandonare in strada la figlioletta nella speranza che possa trovare una famiglia in grado di mantenerla. Tutte si ritroveranno insieme nella stanza-prigione di un commissariato.
Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2000
Martedì 7 ottobre, ore 16.00
Dov’è la casa del mio amico?
R. e sc.: Abbas Kiarostami. Mont.: A. Kiarostami, Naamet Allah Alizadeh. Int.: Babak Ahmadpur, Ahmad Ahmadpur, Jodabajsh Defai, Mohammad Hosein Ruhi, Iran Otani, Ayat Ansari. Iran, 1987, 83’, v.o. sott. it.
Il piccolo Ahmad assiste al duro rimprovero del maestro al suo compagno di banco Mohammad per non aver fatto i compiti sul quaderno di scuola. Tornato a casa, Ahmad si accorge di avere lui il quaderno di Mohammad e decide di riportarglielo. Solo che Mohammad abita in un altro paese e a un indirizzo sconosciuto. Dopo molte peregrinazioni, il tentativo di Ahmad va a vuoto, ma il coraggioso bambino salverà lo stesso il compagno facendo lui i compiti sul suo quaderno che riuscirà a passargli appena prima dell’interrogazione del severo maestro.
Giovedì 9 ottobre, ore 17.00
Venerdì 17 ottobre, ore 17.00
Il palloncino bianco
R. e mont.: Jafar Panahi. Sc.: Abbas Kiarostami. Int.: Mohammad Bahktiar, Fereshteh Sadr Orafai, Mohammad Shahani, Moshen Kalifi, Aliashgar Smadi, Aida Mohammadkani, Anna Borkowska. Iran, 1995, 85’.
La piccola Razieh, vivace bambina di sette anni, si trova con la madre al mercato di Teheran. Qui vede un pesce rosso in vendita, e comincia a insistere per comprarlo. Una volta a casa la madre si decide a dare alla bimba i soldi necessari a realizzare il suo desiderio; ma, durante il tragitto, la piccola Razieh perde i soldi, che finiscono in una grata. Diverse persone giungono per dare una mano alla piccola, ma senza successo. Sarà un umile venditore di palloncini afghano a trovare il modo di recuperare il denaro.
Caméra d’or per la migliore opera prima al Festival di Cannes 1995
Venerdì 10 ottobre, ore 11.00
Viaggio a Kandahar
R. e sc.: Mohsen Makhmalbaf. Int.: Niloufar Pazira, Hassan Tantai, Sadou Teymouri, Hayatalah Hakimi. Iran, 2001, 85’.
La storia di due giovani sorelle afgane. Nafas, fuggendo al regime dei Talebani, è riuscita ad emigrare in Canada, dove fa la giornalista. Un giorno le arriva un messaggio disperato dalla sorella rimasta in patria che vuole suicidarsi prima dell’eclisse di sole che è in arrivo. Cerca allora di raggiungerla a Kandahar, passando la frontiera irano-afgana per restituirle una ragione di vita.
Mercoledì 15 ottobre, ore 15.00
Pane e fiore
Regia, scenegg.: Mohsen Makhmalbaf. Int.: Mirhadi Tayebi, Ali Bakhshi Jozam, Ammar Tafti, Maryam Mohamadamini, M. Makhmalbaf. Iran/Francia, 1996, 78’.
Makhmalbaf – che impersona se stesso – sta preparando un nuovo film. Si presenta da lui, per avere una parte, un ex poliziotto che il regista, impegnato politicamente ai tempi della rivoluzione contro lo Scià, aveva ferito a colpi di coltello. Nasce l’idea di ricreare proprio quell’episodio, ma mostrandolo da punti di vista diversi. Fino alla risoluzione finale, momento delicato e poetico di riconciliazione e scoperta del valore della tolleranza.
Giorni e orari delle proiezioni in aggiornamento su www.cinetecamilano.it
📍 Cineteca Milano Arlecchino
Via San Pietro all’Orto 9
20121 Milano
🎟️ Modalità di accesso alla sala
Intero € 8,50
Ridotto (under 25 e over 65) € 7,50
Ridotto (con Cinetessera) € 6,50
Feriali ore 15 (escluso il sabato) € 5,00
Matinée ore 11 e ore 13 € 5,00
Mercoledì ore 21 (escluso i festivi) € 6,50
INFO
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CINETECA MILANO
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Comunicato Stampa: Cineteca Milano
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