Jeremy Allen White
Jeremy Allen White

Jeremy Allen White si racconta su Vanity Fair


Jeremy Allen White è il protagonista della nuova copertina di Vanity Fair. Dopo il successo mondiale di The Bear, due Emmy, tre Golden Globe e una popolarità diventata fenomeno virale, l’attore americano affronta il ruolo più intenso della sua carriera: quello di Bruce Springsteen nel film Springsteen: Liberami dal nulla (al cinema dal 23 ottobre). In un’intervista esclusiva per l’Italia, Jeremy Allen White si racconta tra fragilità e ricerca di verità: dal peso del successo al rapporto con le sue figlie, dal mito del Boss, all’America di oggi.  

QUOTE

Su com’è diventato Bruce Springsteen:
«Ho cercato di mettere quasi subito da parte l’icona Bruce Springsteen e di guardarlo come un giovane uomo, un musicista che cerca di capire che cosa vuole, dove vuole andare e che cosa sente di non avere. Poi è iniziata la preparazione pratica: la voce, il canto, la chitarra. Cantare le sue canzoni è stato molto utile per avvicinarmi a lui».

Sulla paternità:
«Portiamo sempre con noi l’infanzia, nel bene e nel male. E penso che se quel bagaglio è carico di dolore, lo senti ancora di più. Da piccoli vediamo i nostri genitori come supereroi, capaci di tutto. Poi, col tempo, li riconosciamo come persone comuni, con difetti. Bruce ha vissuto questo passaggio molto presto. E questo lo ha segnato. Anche io l’ho vissuto con i miei genitori. E oggi, guardando le mie figlie, so che un giorno vivranno a loro volta questa trasformazione».

Sul successo:
Credo che molti artisti si sentano impostori, come se non stessero facendo il loro lavoro nel modo più autentico. Succede anche a me. È così: non senti mai di aver girato la scena giusta, di aver vissuto il momento perfetto. È un lavoro che dura tutta la vita. Continui a provare, riprovare, cambiare approccio. Non credo si arrivi mai a una perfezione definitiva. Anzi, non credo esista la perfezione. Non resta che lavorarci per tutta la vita».

Su Donald Trump e l’America di oggi:
«Credo che tutti e soprattutto gli artisti debbano sempre dire ciò che pensano sia giusto e vero. Bruce lo fa da quando era giovane, nella sua musica e nella sua vita. Ricordo di avergli mandato un messaggio di complimenti dopo uno dei suoi ultimi concerti, mi ha risposto così: “È semplicemente quello che faccio. È quello che ho sempre fatto. E continuerò a fare”. Lo ammiro molto per questo».

L’intervista completa è disponibile sul numero di Vanity Fair in edicola dall’8 ottobre e sul sito Vanityfair.it.

Giornalista: Stefania Saltalamacchia

Fotografo: Austin Hargrave

Servizio: Jamie Mizrahi

Fashion Credit: 

  • Cover Look: Jeans, Louis Vuitton.

Comunicato Stampa: Marta Romanati


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