Manuela Arcuri
Manuela Arcuri

Pupetta Maresca diventa un'eroina nella fiction con la Arcuri


Pupetta Maresca, la donna che nel 1955 venne condannata a diciotto anni di carcere per l’omicidio del presunto mandante dell’omicidio di suo marito, il boss di camorra Pasquale Simonetti, diventa un’eroina nella fiction “Pupetta – Il coraggio e la passione”, interpretata da Manuela Arcuri. La fiction, che si ispira alla prima parte della vita della Maresca, dall’infanzia fino all’uscita dal carcere dopo 14 anni di detenzione, andrà in onda dal 6 giugno in 4 puntate su Canale 5. Pupetta nella fiction diventa un’eroina simbolo delle donne ribelli e fiere, una vittima, come si dipinge tutt’oggi la stessa Maresca, 78 anni, che alla presentazione della fiction ha spiegato: “Io avevo 18 anni all’epoca, rimasi vedova 80 giorni dopo il matrimonio, avrei voluto giustizia per l’uccisione di mio marito, avevo denunciato il colpevole ma nessuno mi ha ascoltò. Quando lo incontrai risposi ai suoi spari”.

La Maresca oggi ha affermato: “E’ stato un gesto di disperazione, ma non lo rifarei per quello che ho sofferto dopo”. Alla Maresca, che entrò in carcere incinta, venne tolto il figlio Pasquale quando aveva tre anni, e il ragazzo nel 1974 sparì, e il suo corpo non è mai stato ritrovato. Quattro anni prima la Maresca si era legata al boss Umberto Ammaturo, da cui ha avuto due figli. Per la Arcuri la sua interpretazione è stata “difficile, perché Pupetta era una donna coraggiosa, forte, che si ribellò a una famiglia patriarcale”.

L’ambiente di camorra della Napoli del dopoguerra e degli anni ’50-’60 nella fiction è raccontato in forma macchiettistica, ma per il regista Luciano Odorisio “si tratta di un romanzo popolare, non di una ricostruzione della realtà”, mentre per il produttore Alberto Tarallo non si è insistito “sugli aspetti criminali ma sulla storia di una donna che con grande passione sfidò la camorra e la sua famiglia patriarcale”. Per il direttore fiction Mediaset Antonino Antonucci Ferrara non c’è nessun rischio che vengano santificate figure criminali: “Questo è un romanzo popolare, non c’è nessun pericolo di questo genere. Abbiamo tratto delle cose da una storia vera e romanzato il resto”. (TMNews)

 

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