Parlamento europeo

Scottà, a rischio denominazioni d’origine con domini web .wine e .vin


Bruxelles, 4 settembre 2013. Monitorare la procedura di assegnazione a enti privati, da parte dell’Icaan (l’organismo che gestisce il rilascio dei suffissi Internet), di nuovi domini di primo livello generico, quali, ad esempio, “.wine” o “.vin”, che, abbinati a domini di secondo livello, come “chianti.wine” o “champagne.vin”, potrebbero minare gravemente la tutela delle Indicazioni geografiche agroalimentari.

Questo l’oggetto di una lettera inviata, lo scorso 17 giugno, al commissario UE per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, e al titolare UE per l’Agricoltura, Dacian Ciolos, dall’Intergruppo Vino del Parlamento europeo, presieduto dall’eurodeputata lussemburghese Astrid Lulling.

L’Icann ha infatti deciso di ampliare i nomi di domini di primo livello generico con due nuove estensioni, “.vin” e “.wine”, dando così la possibilità a qualsiasi azienda di utilizzare il nome delle denominazioni d’origine di vini pregiati, senza che la loro attività sia davvero connessa ai  prodotti vitivinicoli sponsorizzati.

Al momento, quattro società hanno fatto domanda per ottenere questi due domini, annunciando di voler vendere ai migliori offerenti i nomi dei domini di secondo livello (ad esempio,”bordeaux.wine”, “chianti.vin” etc.).

L’eurodeputato della Lega Nord Giancarlo Scottà, l’unico italiano a portare avanti questa istanza in seno all’Intergruppo, ha dichiarato: «Ritengo che se questo iter non dovesse essere bloccato, il settore vitivinicolo di qualità europeo ne risentirebbe pesantemente, in quanto verrebbero immessi nel mercato prodotti d’imitazione, a scapito dei nostri vini di qualità».

«Con questo sistema sarebbe molto facile ingannare gli utenti di Internet, ovvero i consumatori, che non sanno cosa accade davvero in rete. Tra l’altro l’iniziativa dell’Icann potrebbe essere in contrasto con i principi base della proprietà intellettuale».

«Il commissario Kroes – ha concluso Scottà – ci ha risposto che l’Esecutivo UE si sta muovendo affinché le Indicazioni geografiche siano protette, sottolineando inoltre l’importanza del rispetto delle norme giuridiche riguardanti la commercializzazione online di tali prodotti».


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