Naufragio Lampedusa
Naufragio Lampedusa

Naufragio Lampedusa: l’Europa si assuma le responsabilità per l’immigrazione


Bruxelles, 5 Ottobre 2013. I vicepresidenti del Parlamento europeo Roberta Angelilli e Gianni Pittella hanno rivolto un appello al presidente Martin Schulz per chiedere, in apertura della sessione plenaria della prossima settimana, di commemorare le vittime del naufragio avvenuto al largo dell’isola di Lampedusa.

“Il mar Mediterraneo è stato ancora una volta teatro di un’immane tragedia: vittime innocenti hanno perso la vita nella speranza di una vita migliore. I messaggi di cordoglio non bastano più. Tutta l’Europa deve sentirsi responsabile, nessuno degli Stati membri può, per singoli egoismi nazionali, tirarsi indietro davanti al dramma che si consuma alla porta d’ingresso dell’Europa. Un’Europa che non può essere garante del rispetto dei diritti umani se resta indifferente e immobile di fronte a simili disgrazie”, hanno dichiarato i due vicepresidenti.

“Nella prossima sessione plenaria del Parlamento europeo è già previsto un dibattito sulle politiche migratorie nel Mediterraneo, e dovrà essere l´occasione non più rinviabile affinché la Commissione e il Consiglio si impegnino effettivamente e concretamente per un vero schema comunitario di condivisione obbligatoria delle responsabilità da parte di tutti gli Stati membri in caso di emergenze umanitarie. Purtroppo a tutt’oggi i meccanismi di solidarietà sono solo facoltativi, e pertanto solo gli Stati che affacciano sul mar Mediterraneo, in primis l’Italia, finiscono per farsi carico di queste tragedie”.

Per l’europarlamentare del PdL Lara Comi, “bene ha fatto il Pontefice a usare parole forti e a dire che la tragedia di Lampedusa è una vergogna. E di fronte a questa reiterata vergogna è opportuno che l’Unione europea dia risposte strutturali al problema dell’immigrazione che non può essere trattato come mera questione emergenziale e caricato sulle spalle dei singoli Stati membri. L’Italia non può gestire da sola la situazione, occorre solidarietà e compartecipazione da parte di tutti gli Stati UE”.

“E’ una vera tragedia umana, che riflette, purtroppo, errori e lacune della nostra politica di lotta al traffico di esseri umani e una caduta di credibilità dell’intera Unione europea”. Così Vito Bonsignore, vicecapogruppo del PPE al Parlamento europeo che, apprezzando l’invito del commissario Cecilia Malstrom a una sana politica UE, ha sottolineato “l’inadeguatezza di taluni strumenti”, come l’EEAS (European External Action Service) e la “scarsa tempestività” dell’alto rappresentante Catherine Asthon: troppe volte “ha permesso che le crisi alle nostre porte, anche quelle più evidenti, si aggravassero senza intervenire tempestivamente”.

Per Bonsignore, che regolarmente incontra i leader dei paesi del Mediterraneo nella qualità di rappresentante del gruppo PPE in EuroMed, era evidente che “l’instabilità in tutto il Nord Africa avrebbe fatto saltare l’impianto degli accordi bilaterali e aperto le porte alla recrudescenza del traffico di esseri umani, che ci siamo impegnati a combattere con misure precise approvando una specifica direttiva” (la 36 del 2011).

Secondo il vicepresidente del gruppo PPE, il problema degli sbarchi va affrontato in tre mosse: rivedere la politica di sicurezza e vicinato nel Mediterraneo, che va necessariamente cambiata laddove non ha funzionato, rafforzando gli accordi di cooperazione economica e di sicurezza con i Paesi rivieraschi, “e il prossimo semestre di presidenza italiano può essere l’occasione giusta, in questo senso”; insistere sul rafforzamento di Frontex (agenzia europea delle Frontiere) aumentandone la flessibilità operativa, perché, mentre si discute, gli scafisti agiscono; proseguire sul dossier dei diritti di asilo (il cosiddetto pacchetto Dublino 2) per rendere più chiaro il percorso di cittadinanza e di conseguenza diminuire la leva economica dei trafficanti.

“L’Italia imponga un Consiglio europeo straordinario sull’immigrazione per chiedere che tutti i Paesi dell’Unione si facciano carico del problema, che si appresti una forza marina europea di soccorso e che si prendano accordi economici e politici con quei paesi del Magreb disposti a garantire una permanenza dignitosa sul loro territorio ai profughi di Eritrea e Somalia”,  ha detto l’eurodeputata Cristiana Moscardini, vicepresidente della commissione Commercio internazionale al PE. “Più che cordoglio per le vittime oggi servono azioni immediate per i vivi: il Governo italiano sia più incisivo con l’Europa e le prefiche della Lega tacciano per sempre!”.

 


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