Avvenimento singolare presso la Biblioteca Ariostea di Ferrara, nel quale lo scrittore Tommaso La Rocca presenterà il suo ultimo lavoro, fissato per le ore 17,00 di martedì 14 gennaio 2014.
La novità letteraria sta nel fatto che si tratta di un libro di racconti autobiografici scritti dal figlio di un pescatore, che ha avuto la fortuna di nascere in uno dei posti più belli al mondo, ma la sfortuna di venire al mondo nel momento più sbagliato: a Sperlonga, pacifico borgo di pescatori, diventato improvvisamente, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fronte mare della linea di guerra di Cassino. La particolare vicenda scaturisce dalla necessità della sua famiglia di cercare di ripararsi dai bombardamenti incrociati di tedeschi e americani, e per tale ragione si era rifugiata in una grotta, nota sotto il profilo storico come la villa dell’imperatore Tiberio Cesare e sul piano mitologico come l’antica dimora di Polifemo, il ciclope accecato da Ulisse, secondo il racconto del poeta Omero. Nel pregevole testo autobiografico si intrecciano diverse storie, intanto il piccolo salvato da sua madre da sotto le macerie della casa centrata dai caccia tedeschi, che poi diverrà il futuro autore di questo libro, fra l’altro sopravvissuto agli stenti del difficile periodo grazie al latte di una capra rubata da suo padre ai Tedeschi. La narrazione tocca le fasi giovanili di Tommaso quando stava per essere avviato al mestiere di fabbro – meccanico, ma che subito dopo, grazie alla pressante insistenza del maestro e del parroco sulla famiglia, ebbe la buona sorte e la tenacia di continuare gli studi, fino al momento della laurea in Filosofia alla Università di Urbino e in conclusione divenire Professore all’Università di Ferrara. La scelta del’Autore sperlongano, una volta andato in pensione, era stata quella di non scrivere più libri, ma poi, vinta la pigrizia, si è ritrovato a comporre questo libro. “Non l’ho scritto da solo tiene a precisare il Prof. La Rocca – ma l’autore di questo scritto lo è anche mia madre, almeno per la prima parte. Componiamo questo libro insieme, lei con la memoria, io con la penna. La maggior parte delle storie iniziali che andrò a scrivere me le ha raccontate lei. Lei poteva solo raccontare. Da analfabeta, era orgogliosa di aver fatto un figlio che aveva imparato a leggere e scrivere. Forse non avrebbe mai immaginato che un giorno io , oltre a scrivere i miei ricordi, avrei trascritto anche i suoi, che lei consegnò a suo tempo, come in eredità, alla mia memoria. Senza le testimonianze di mia madre, assieme anche a quelle di mio padre, fratelli e amici, la parte più importante, quella iniziale, di questo libro non esisterebbe; e senza la mia penna non esisterebbero neppure i suoi racconti, che, coloro ai quali ho anticipato a voce, hanno trovato belli e interessanti. Spero che lo siano anche per chi li legge ora che li ho scritti”. Nell’autorevole sala della Biblioteca Ariostea, nel prossimo mese di gennaio, si svolgerà questo significativo evento con la presentazione di un volume che ha la caratteristica di avere trasferito al suo interno diversi elementi che vanno dalle vicende personali dello scrittore ai suggestivi fatti collegati ai luoghi archeologici della terra di Sperlonga. Un dato sicuramente esaltante alla luce del fatto che in queste pagine si parla degli stessi ambienti in cui si sono svolte le mitiche storie dei protagonisti del magnifico volume dell’Odissea. Un ritorno a quegli spazi, a certi episodi che hanno arricchito la formazione culturale di tutti gli studenti rappresenta un encomiabile dono alla rilettura delle avventure del grande eroe greco Ulisse, un necessario riferimento espresso nell’avvincente titolo del libro “ Con gli occhi del dopo il figlio del pescatore sulle orme di Ulisse”. D’altronde la bellezza e suggestività di questi luoghi deve essere accompagnata alle scoperte che avvennero successivamente e che sono raccolte in modo egregio nel Museo archeologico di Sperlonga. Il libro ( SUSIL Edizioni, è corredato di oltre 100 immagini d’epoca.