Anna Oxa
Anna Oxa

Sanremo 2011: Oxa eliminata, dopo 33 anni di carriera divide ancora critica e pubblico


Anna Oxa è fuori dal Festival di Sanremo ma continua a dividere in due sia critica che pubblico. Una consuetudine per una delle artiste più discusse, amate, chiacchierate e idolatrate che la storia della musica italiana conosca. Mentre il televoto decretava l’eliminazione dell’interprete dalla competizione, fiumi di inchiostro scorrono sulla stampa a sottolinearne la forza innovativa e trasgressiva della sua interpretazione così come del suo stile e del suo look. Mario Luzzato Fegiz sul Corriere della Sera, dopo averle assegnato un 7.5 per la sua performance della prima serata con il brano “La mia anima d’uomo”, ha sottolineato come l’interpretazione di “‘O sole mio” sia stata “affrontata in maniera dissacratoria. La tendenza della nuova Oxa è quella di innovare e strafare”, aggiunge il critico che le assegna un bell’otto in pagella. Di altra natura il giudizio riportato da Michela Tamburrino sulle pagine de La Stampache va a premiare la scelta del look: “il blu, il colore dell’anno, elettrico e il tulle elasticizzato per la cantante che ha sempre preceduto le mode. Giuste le trasparenze, il trucco, i capelli corvini a leonessa. Niente di più”. Nel frattempo, Luca Sofri sul suo blog Post.it stila una lista delle canzoni memorabili che la Oxa vanta nel suo curriculum “Un’emozione da poco”, “Pagliaccio azzurro”, “Io no”, aggiungendo che “una carriera nata a Sanremo, esplosa a Sanremo, costellata di partecipazioni a Sanremo, in mezzo a mille trasformazioni estetiche a Sanremo, passasse pure per una umiliante esclusione a Sanremo alla prima serata, stava nel percorso romanzesco delle cose”. Ma è Il Riformista nella penna di Andrea Di Consoli a suggellare la grandezza di un’artista che la giuria ha penalizzato ma la memoria esalta: nell’articolo che porta l’emblematico titolo de “Il diario pubblico della Oxa sanremese”, il critico denuncia che “forse non si è capito fino in fondo che Anna Oxa sta tenendo, dal 1978, un sorta di “diario in pubblico” attraverso il quale riusciamo a leggere uno dei pochi diagrammi chiari dell’evoluzione dello stile e del look del mass-pop italiano. Noi però siamo con lei – conclude – perché, come scrisse Shakespeare, “ripeness is all” (la maturità è tutto); e, a onor del vero, anche “cambiare è tutto”.

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