Palazzo Brancaccio: l’eleganza, la raffinatezza, la storia di un luogo, si sposano con la familiarità, il calore, la leggiadria di un evento che più capitolino non si può.
Soprattutto perché –in qualche modo- deciso da Roma stessa.
Una Roma che sceglie, in prima persona, persino l’autrice di un libro su di sé; la penna che ne scriverà le gesta, che ne percorrerà i vicoli, che ne calpesterà i sampietrini.
E’ attorno a questi presupposti che l’evento a Palazzo Brancaccio ha fondato la sua realizzazione; è stato grazie all’atmosfera magica di un parterre coinvolto e partecipe che la presentazione di “ IO ROMA” (sì, proprio IO, ovvero Lei, l’Eterna) è stata e rimarrà memorabile.
Per la suggestione di una location che ha fatto da cornice perfetta al contenuto; ma, anche, per una serie di elementi connessi empaticamente fra di loro attraverso un fil rouge sottile e palpitante: due divani bianchi – sistemati ad hoc- sui quali si sono accomodati, come nel salone di una importante dimora, i relatori che hanno accompagnato l’Autrice durante il primo vagito dell’opera. Da Marino Collacciani a Fioretta Mari, la stessa che ha incantato nel declamare la canzone di accompanamento alla storia; da Giulia Fossà a Massimiliano Ossini, conduttore affabile, garbato, in perfetta sintonia professionale e umana. Ad Anita Madaluni, regista della serata, che ha aperto le danze sintetizzando il senso di quell’incontro.
Un paio di incursioni telefoniche dedicate agli assenti giustificati –Pasquale Squitieri (napoletano e poi romano adottato da oltre quarant’anni) e Lando Fiorini, prefattore perfetto del libro- hanno dato ritmo e originalità all’incontro.
Deliziando una sala elegantissima e allestita impeccabilmente per l’occasione, nella quale spiccavano presenze illustri come Nino Benvenuti, Alberto Macario, Manlio Rocchetti, Marina Como, Ivo Pulcini, l’ex Miss Italia Giusy Buscemi con lo storico uff. Stampa Marcello Cambi, Enrico Ciacci.
E chiudendo con un epilogo gastronomico (curato da Franco di “Spago” al Parlamento) che ci ha condotti per mano a degustare la più antica atmosfera capitolina anche nel piatto, attraverso i più tipici sapori di storica, millenaria tradizione.
“IO ROMA”, di Annarita Cammerata, con le apprezzatissime illustrazioni di Erika Cammerata, medita, soffre e gioisce; ma, soprattutto, ama. Sempre. Incondizionatamente. Accogliendo i suoi neonati, poi infanti, adolescenti e infine adulti. Senza differenza tra figli e figliastri. Stabilendo con tutti un patto di sangue, un legame oltre la discendenza; entrando in circolo nel DNA senza bisogno dell’ereditarietà genealogica.
Ed essendo libera, per la prima volta, di sentirsi Viva.
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