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Noa, ‘Love Medicine’ il nuovo album, e il sogno della pace


Musica pura, senza riferimenti diretti all’attualità o alla politica, ma attenzione alle tragedie del nostro tempo, in particolare al pericolo del nazionalismo in Israele e Palestina, accomunate dalle stesse tragedie, e impegno per la pace.

Definisce così la propria arte la cantante e compositrice israelo-yemenita Noa, che a Trieste ha presentato in anteprima il suo ultimo disco, “Love Medicine”, in vendita dal 22 luglio, e il suo tour mondiale che toccherà l’Italia in estate e in autunno nei teatri, per concludersi il 30 ottobre al Politeama Rossetti, nel capoluogo giuliano. Confessa di non vedere “differenza tra le tragedie dei tre ragazzi israeliani e di quello palestinese”, uccisi negli ultimi giorni, e chiede di “lavorare per costruire una fiducia reciproca tra israeliani e palestinesi. E’ un lungo viaggio, ma dobbiamo camminare insieme. Purtroppo però – aggiunge – il nazionalismo sta crescendo, da entrambe le parti, e io sono terrorizzata da questo”. Per Noa la musica resta “un posto puro, in cui vive l’idea che possiamo coltivare un sogno. Questo nuovo album non è un mero riflesso della realtà, ma è la descrizione del sogno verso cui vogliamo arrivare. Crediamo che la musica ha la forza di trasformare la nostra vita e le nostre prospettive. E’ una piccola luce”.

“Love Medicine” segna la presenza di collaborazioni di grandi jazzisti, primo fra tutti Pat Metheny, che produsse il suo primo album “Noa” 20 anni fa, e che qui è presente con una canzone composta appositamente, “Eternity in beauty”. Poi il Brasile, con Joaquin Sabina e Gilberto Gil, e quattro canzoni scritte dalla stessa Noa per il musical “La vera storia” su Giovanni Paolo II, con la partecipazione del Solis String Quartet, e due “cover”: “Eternal Flame”, pezzo poco noto delle Bangles, famoso complesso femminile anni ’80, e una canzone di Bobby Mc Ferrin.

Il tour vedrà Noa affiancata dai suoi ‘storici’ collaboratori, il chitarrista Gil Dor, il bassista Adam Ben Ezra e il batterista Gadi Seri, con la partecipazione del percussionista Daniel Dor e qualche apparizione dello stesso Metheny. In Italia già fissate le date di Torino (21 settembre), Roma (21 ottobre), Milano (27 ottobre), Bologna (28 ottobre) e Trieste (30 ottobre).
Infine, ancora un pensiero al medio oriente e un’apertura di fiducia ad Abu Mazen, da lei incontrato a Ramallah circa tre settimane fa: “Ho ascoltato direttamente la sua voce – ha raccontato a Trieste – e le cose che dice. Credo che lui voglia la pace. Può essere un buon partner per la pace. Domani a Tel Aviv ci sarà una manifestazione di ‘Peace now’ per fermare le vendette. Spero che ogni artista – ha concluso – non si nasconda, alzi la sua voce per dire che vogliamo curarci degli altri, vogliamo la pace”.

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