Dacia Maraini
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Maxxi: appuntamento con Dacia Maraini


Appuntamento alle ore 19.00 (Spazio YAP Piazza del MAXXI, ingresso libero) con Dacia Maraini e “Bagheria” (Rizzoli, 1993) per il secondo incontro della rassegna NEL BAULE. Ricordi e autobiografie a cura di Roberto Ippolito che fino al 9 ottobre, nell’ambito del ricco programma di eventi estivi del museo PLAY with YAP, porterà i protagonisti della cultura a confidare cosa c’è “nel baule” dei ricordi personali, quegli stessi ricordi scritti nei libri pubblicati dai partecipanti alla rassegna: Gianni Berengo Gardin, Dacia Maraini, Lina Wertmuller, Chiara Valerio, Ferdinando Scianna, Pupi Avati, Filippo La Porta, Gianrico e Francesco Carofiglio.

Dopo il successo del primo incontro in cartellone con Il libro dei libri (Contrasto, 2014) di Gianni Berengo Gardin, appuntamento con Dacia Maraini e il suo “Bagheria” romanzo autobiografico in cui l’autrice si racconta. Insieme a Roberto Ippolito e all’attrice Olga Pultrone, che leggerà brani tratti dal libro, la scrittrice raccoglierà dal baule le fila di quel passato che tanto l’ha segnata, per recuperare, la sua infanzia isolana, la sua parte materna rifiutata in nome di scelte ideologiche, di sensazioni inafferrabili, di ripudi annidati nella subcoscienza.

“Bagheria l’ho vista per la prima volta nel ‘47”, racconta. Dacia Maraini era una bambina. Vi arrivò per abitare con i genitori nella villa dei nonni materni dopo la guerra, dopo due anni di terribile prigionia in Giappone e “una traversata sull’oceano minato” con un transatlantico. Cominciano da questo momento i ricordi che vengono presi “Nel baule”. “A Palermo ci aspettava la famiglia di mia madre. Un nonno morente, una nonna dai grandi occhi neri che viveva nel culto della sua bellezza passata, una villa del Settecento in rovina, dei parenti nobili, chiusi e sospettosi”: È questo l’inizio di uno dei primi capoversi che guidano in una storia personale di grande intensità e spessore letterario. “Bagheria” è un libro che ha lasciato il segno.
Nei racconti c’è il padre Fosco, amato “più di quanto sia lecito amare un padre”, ci sono tanti personaggi dell’infanzia, ci sono l’arroganza familiare e la sopraffazione maschile nella conversazione di Dacia Maraini con Ippolito e nelle pagine lette da Olga Pultrone. E c’è la mafia di cui “non si parlava mai, allora”: del resto “Bagheria è una città mafiosa, lo sanno tutti”, ma “non si deve dire”.
Tornare indietro con la memoria significa tornare a Bagheria e vedere, dice Dacia Maraini, “come hanno sfondato mezzo paese per fare entrare l’autostrada nuova fiammante fin sotto casa, buttando giù gli antichi giardini, abbattendo colonne, capitelli, alberi secolari”. Perciò, fa presente, “mi si chiude la gola”. A Villa Palagonia “vedo che hanno costruito, ancora, pezzo per pezzo, alla carlona, con una furia devastatrice e becera, proprio dietro le bellissime statue di tufo, glorie della meravigliosa immaginazione barocca siciliana e mi si rivoltano le viscere”. Insomma “tutto il corpo alla fine è in subbuglio e che fare?”.

Si ricorda un passato lontano, ma che addolora ancora. “Bagheria” è un libro del 1993. Ma la sua attualità inquieta. Ed ecco che la domanda di ieri, al MAXXI, diventa quella di oggi: che fare? La bambina di ieri, arrivata a Bagheria nel ’47, è una scrittrice che oggi combatte continuamente per la difesa e la promozione del bello e della cultura.

PROSSIMI APPUNTAMENTI
24 luglio con Lina Wertmüller “Tutto a posto e niente in ordine” (Mondadori)
31 luglio con Chiara Valerio “Spiaggia libera tutti” (Laterza)
18 settembre con Ferdinando Scianna “Visti & scritti” (Contrasto)
25 settembre con Pupi Avati “La grande invenzione. Un’autobiografia” (Rizzoli)
8 ottobre con Filippo La Porta “Roma è una bugia” (Laterza)
9 ottobre con Gianrico e Francesco Carofiglio “La casa nel bosco” (Rizzoli)

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