Ebola
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Linea dura contro la diffusione dell'ebola da parte dell'Australia


Linea dura contro la diffusione dell’ebola da parte dell’Australia che, prima tra i Paesi occidentali, ha deciso di bloccare la concessione di visti a persone provenienti dai Paesi africani piu’ colpiti dal virus.
“Non stiamo piu’ esaminando nessuna richiesta dai Paesi colpiti”, ha annunciato il ministro dell’Immigrazione, Scott Morrison, spiegando che sono stati anche “annullati i visti permanenti o temporanei a persone non ancora partite” da Sierra leone, Guinea e Liberia. Per coloro che godono di permessi permanenti ma non hanno ancora lasciato i Paesi d’origine, l’ingresso in Australia e’ valido a patto che si sottopongano alla quarantena di 21 giorni una volta arrivati.
Un’iniziativa criticata da vari esperti come Adam Kamradt-Scott dell’Istituto Marie Bashir per le malattie infettive e la biosicurezza, convinto che questa non fara’ nulla per proteggere il Paese mentre alimentera’ le paure e suscitera’ il panico nella popolazione. “E’ semplicemente una decisione politica, ci sono scarse prove scientifiche o mediche sul perche’ si dovrebbe scegliere di farlo”, ha spiegato, parlando di un “tipo di politica che inizia a interferire con efficaci misure di sanita’ pubblica”. Il governo australiano, che finora ha contribuito con quasi 16 milioni di dollari alla lotta all’ebola, e’ stato attaccato dall’opposizione anche per il rifiuto di inviare operatori sanitari in Africa ma, come ha sottolineato il premier Tony Abbott, la priorita’ dell’esecutivo e’ affrontare la minaccia “a casa e nella nostra regione”. “Siamo ben preparati a trattare qualsiasi caso di ebola qui in Australia”, ha spiegato il premier, “comunque continuiamo a parlare con i nostri amici e partner su quello che si potrebbe fare per affrontare la situazione in Africa occidentale”. “Certamente – ha concluso – non escludo che l’Australia possa fare di piu'”.

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