Beppe Fiorello
Beppe Fiorello

'L'Angelo di Sarajevo', con Beppe Fiorello in onda su Rai1


“Se c’è una fiction che incarna fortemente i valori del servizio pubblico è questa”. Tinni Andreatta, direttore di Rai Fiction, non nasconde l’orgoglio aziendale nel presentare la miniserie in due puntate ‘L’Angelo di Sarajevo’, in cui Giuseppe Fiorello torna su Rai1 martedì e mercoledì prossimi nei panni di un giornalista inviato a Sarajevo nel 1992, durante la guerra serbo-bosniaca e del suo incontro in un orfanotrofio con una bimba di pochi mesi che diventerà sua figlia. Ma quello interpretato da Fiorello non è un giornalista qualsiasi, frutto di fantasia, ma l’inviato Rai Franco Di Mare, al cui romanzo autobiografico ‘Non chiedere perché’ è ispirata questa fiction, diretta da Enzo Monteleone.
Motore della trasposizione televisiva di questa storia di guerra e paternità è proprio Beppe Fiorello. “Con Beppe ormai abbiamo un rapporto che va oltre quello con l’attore e che contempla anche l’individuazione di storie”, spiega Andreatta. “Ed è stato lui a portarmi questa storia con il produttore Roberto Sessa di Pico Media. Una storia intensa tra guerra e paternità a cui teniamo particolarmente anche perché è stata scritta da un giornalista della Rai”, aggiunge Andreatta.

“Mi ricordo ancora quando scoprii che Franco aveva raccontato questa storia straordinaria -dice Beppe Fiorello- Ero a Sanremo e ascoltai una sua intervista a ‘Domenica In’. Comprai il libro e rimasi folgorato, tanto che mandai subito un messaggio a Franco”. Un messaggio che Di Mare conserva ancora gelosamente: “Leggere che Beppe Fiorello era interessato a portare la mia storia in tv mi ha regalato la più grande emozione di questa fase della mia vita. L’altro giorno ho temuto di aver perso il cellulare e il mio primo pensiero è stato per quel messaggio”, confessa il giornalista, che vedrà la fiction insieme alla figlia Stella, che di quella storia è stata protagonista reale. “Io ho già visto qualcosa, lei non ha voluto vedere niente fino alla messa in onda. Martedì ci chiuderemo in casa con lei e mia moglie e staccheremo tutti i telefoni. L’ho avvertita che piangeremo come vitelli”, dice sorridendo il giornalista, che considera questa fiction anche “un omaggio ai colleghi Rai caduti nei teatri di guerra: io ho avuto solo più fortuna di loro”.

La fiction è ambientata in uno dei momenti più duri del conflitto nell’ex Jugoslavia: l’estate del 1992. Sarajevo è sotto assedio da oltre tre mesi. La città è messa a ferro e a fuoco da una cruenta guerra civile. I cecchini sono appostati ovunque e i continui colpi di artiglieria colpiscono duro, notte e giorno, distruggendo tutto ciò che incontrano. Nessuno è al sicuro. La stampa di tutto il mondo racconta minuto per minuto cosa sta accadendo in Bosnia Erzegovina, mandando sul posto i suoi uomini migliori. Marco De Luca (Giuseppe Fiorello), noto e navigato giornalista è uno di loro. E’ inviato a Sarajevo per l’emittente televisiva italiana per cui lavora. Si rimbocca le maniche e insieme al suo amico cameraman comincia a raccontare gli orrori di quella guerra. Poi la notizia di un nuovo bombardamento: si tratta di un orfanotrofio.

E mentre Marco è intento a preparare il suo servizio entra in una camerata piena di culle, rimane colpito da un’unica bimba bruna fra tutti gli altri biondi. È Malina e ha dieci mesi. Il giornalista capisce subito che quell’incontro gli cambierà la vita. Quella bambina sola e indifesa, infatti, fa nascere il lui un forte sentimento di paternità, come mai provato prima. Tra mille dubbi su come e se riuscirà a diventare un buon padre, Marco decide di portare la piccola Malina con sé in Italia. Salvarla da quell’inferno di fuoco e dolore non sarà comunque un’impresa facile, ma non sarà solo, Marco potrà contare, infatti, sul valido aiuto di un gruppo di persone amiche.

“Attraverso la storia personale del protagonista, un’avventura umana coraggiosa -spiega il regista Enzo Monteleone- abbiamo potuto riallacciare i fili della memoria di quello che è successo. La vicenda dell’inviato della Rai che decide di adottare la piccola Malina nonostante la terribile situazione e gli impedimenti è una della tante piccole storie coraggiose di cui le guerre sono costituite. Una storia di umanità e di impegno, la storia di una decisione irrazionale presa ‘senza chiedersi perché’, dettata solo dalla voglia di fare qualcosa, anche solo una piccola cosa. Come salvare una bambina”, aggiunge il regista che ha girato la fiction in grande parte a Sarajevo (“oggi è una città nuova, ricostruita, moderna, ma porta indelebili le ferite della guerra”, dice).

Nel cast, accanto a Beppe Fiorello, ci sono Luca Angeletti, Thekla Reuten, Radoje Cupic, Adnan Haskovic, Bruno Armando e la partecipazione di Emanuela Grimalda. “Ma un pensiero particolare -sottolinea il regista- va alla piccola Iva Nikolic (‘attrice’ di 11 mesi nei panni di Malina, ndr.) vera co-protagonista del film: girare con bambini piccoli è sempre problematico. Iva ha portato sul set una grazia e un’ allegria che ci ha permesso di superare tutte le difficoltà. E i suoi grandi occhi scuri, i suoi capelli arruffati e le sue risate ci accompagneranno a lungo”.

Notevole anche il cast tecnico che vanta alcuni tra i principali professionisti del cinema italiano recentemente premiati con i maggiori riconoscimenti come Cecilia Zanuso (vincitrice del premio David di Donatello 2014 nella categoria Migliore Montatore per il film Il capitale umano di Paolo Virzì), Pivio e Aldo De Scalzi (vincitori del premio David di Donatello 2014 nella categoria Migliore Musicista per il film Song’e Napule dei Manetti Bros) e Stefano Falivene (vincitore del premio Italian Golden Globe 2014 nella categoria Migliore Fotografia per il film Still life di Uberto Pasolini).

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