Floraleda-Sacchi

Intervista a Floraleda Sacchi, una delle più interessanti ed originali arpiste sulla scena internazionale


Nata a Como, è stata ispirata dai dischi di Annie Challan a suonare l’arpa. Ha studiato con Lisetta Rossi, Alice Giles (Frankfurt a/M), Alice Chalifoux (Salzedo School, USA) e con Judy Loman (Toronto, Canada). Tra il 1997 e il 2003 ha vinto 16 premi in competizioni musicali.

Floraleda Sacchi è riconosciuta come una delle più interessanti arpiste sulla scena internazionale ed è spesso descritta dalla critica come una preziosa innovatrice nell’approccio al suo strumento.

In occasione dell’evento di domenica 24 gennaio presso il MaMu-Magazzino Musica di Milano, abbiamo incontrato Floraleda Sacchi che ci ha parlato delle principali tappe del suo percorso musicale.

Ciao Floraleda e benvenuta sulle pagine di Radio Web Italia.
Ciao a voi e grazie dell’invito!

Come è nata la tua passione per l’arpa, uno strumento così particolare?
Da un disco di Annie Challan che aveva comperato mio papà e che ascoltavo da piccola. C’era un quadro bellissimo in copertina e la musica mi sembro subito fantastica… amore a prima vista!

Come ci si sente ad essere considerata una delle più interessanti ed originali arpiste sulla scena internazionale. Qualche volta, senti il peso di questa situazione?
Certo perché vorrei sempre offrire al mio pubblico degli spettacoli interessanti, emozionare, stupire e anche non ripetermi!

In che generi spazia il tuo repertorio musicale?
Dalla musica rinascimentale a quella contemporanea e quando dico contemporanea includo anche cover pop o colonne sonore.

Che atmosfera si respira durante un tuo concerto?
Non sono io a doverlo dire… spero positiva ed emozionante!

Hai ricevuto il premio Harpa Award. Quanto tempo hai impiegato per la stesura del libro su Elias Parish Alvars?
Poco meno di due anni. Il progetto è partito come una sorta di tesina, però mi sono appassionata nella ricerca e ho ampliato il lavoro, sono stata fortunata perché alla prima richiesta di pubblicare il libro a editore svizzero specializzato in libri musicali mi sono subito sentita rispondere “ci interessa”. il libro in effetti è uscito solo in inglese, ma è bello perché sono nei cataloghi della Library of Congress o della British Library. Qualcosa di me rimarrà.

Come è nata la collaborazione con Philip Glass e Michael Nyman?
E’ nata grazie al disco Minimal Harp. Michael in particolare è stato molto carino: ci siamo trovati in un bellissimo negozio di arpe accanto alla Tate Modern e gli ho suonato tutti i suoi brani che avevo arrangiato per arpa. Mi ha detto: “Suona tutta la mia musica che vuoi sull’arpa, quello che fai mi piace tantissimo”. E’ stata una grandissima soddisfazione.

Nel dicembre 2015 ti sei esibita per la prima volta in Cina. Puoi raccontarci come è andata?
E’ stata un’esperienza da un lato terribile per via dell’inquinamento che era allucinante ed io che sono molto sensibile ai temi ambientali, ho veramente sofferto e sono diventata ancora più intransigente. Dall’altra parte l’entusiasmo dei musicisti, la voglia di fare musica e sale da concerto meravigliose mi hanno resa veramente felice!

Recentemente hai ottenuto consensi in Canada e USA, presentando il nuovo CD ‘Intimamente Tango’ con le cover di celebri brani di Astor Piazzolla. Da quale idea nasce questo progetto?
Suonare Piazzolla in una chiave un po’ diversa dal solito con l’arpa. Il disco infatti si intitola “intimamente”. Il progetto è moto piaciuto dunque è stata un soddisfazione visto che ho curato gli arrangiamenti!

Un progetto a cui vorresti dar vita, prima o poi.
Un festival per arpa che unisca jazz, pop, musica etnica e classica.

Prossimi impegni?
Adoro viaggiare. Suonerò in Francia due volte, in Montenegro, due volte in Spagna, Portogallo e poi Svizzera, Germania, Norvegia, Austria, Korea… da qui a giugno.

Grazie per essere stata nostra ospite!
Grazie a voi!

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