Turismo: Sib, la crisi arriva in spiaggia


La crisi è arrivata anche in spiaggia, il segno negativo ha contraddistinto tutte e 15 le regioni italiane bagnate dal mare con percentuali che vanno dal 5 fino al 40%: questo il calo delle presenze registrate negli stabilimenti balneari nei primi due mesi della stagione estiva rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dichiara Riccardo Borgo, Presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari che associa circa 10.000 imprese ed aderisce alla F.I.P.E./CONFCOMMERCIO.

Il mese di giugno è stato caratterizzato un po’ dappertutto da avverse condizioni atmosferiche  continua Borgo  con temperature quasi autunnali che hanno sconsigliato i turisti a scendere in spiaggia, ma anche il gran caldo di luglio non ha consentito un recupero rispetto al 2011 che, peraltro, non era stato particolarmente favorevole a causa di condizioni meteoreologiche del tutto inusuali. L”Emilia Romagna, poi, sta ancora scontando le conseguenze del recente terremoto: coloro i quali hanno perso la casa oggi sono impegnati nella ricostruzione e non pensano certamente ad andare in ferie. Ma la causa principale dell’esito negativo del turismo balneare italiano rimane la crisi economica che in sostanza ha obbligato 1 italiano su 3 a scegliere di non andare in vacanza, chi lo ha fatto, invece, ha preferito località vicino ai luoghi di residenza, pertanto le località turistiche vicino ai grandi centri urbani sono risultate quelle meno penalizzate.

Il mare si conferma anche quest’anno la meta preferita dei vacanzieri con oltre il 60% delle preferenze, ma se spesso non si rinuncia al lettino ed all’ombrellone, (grazie anche ai prezzi invariati rispetto allo scorso anno), tutto il resto il turista se lo porta da casa, a partire dalla bottiglia d’acqua minerale e fino alla merendina per i bambini da consumarsi dopo il bagno, oltre a rinunciare a pranzare al ristorante.

Si rafforza il fenomeno per cui nei week-end in spiaggia si registra il maggior numero di presenze, con la tendenza ad anticipare l’arrivo al venerdì, mentre nei giorni feriali, purtroppo, gli stabilimenti balneari sono quasi vuoti.

Oggi l’immagine turistica dell’Italia dei prossimi anni corre un pericolo molto serio a causa del futuro – estremamente incerto – del nostro comparto balneare, conclude Riccardo Borgo. Su tutte le spiagge del Paese, (ad eccezione di Rimini), il 3 agosto – per protesta – gli ombrelloni resteranno chiusi fino alle ore 11.00 per dire no alle aste delle concessioni demaniali sulle spiagge previste da una normativa comunitaria a partire dal 2016. Vogliamo dare un segnale forte al Governo perché metta in atto quei provvedimenti a salvaguardia delle 30.000 attuali aziende e degli oltre 600.000 lavoratori del settore. Venerdì prossimo sarà il primo appuntamento, ne seguiranno certamente altri.

Confidiamo che ad agosto sia possibile contenere la crisi di presenze in spiaggia anche in considerazione del fatto che questo continua ad essere il mese preferito dagli italiani per le vacanze, oggi scelto anche da molti turisti stranieri. Non ci illudiamo, però, di poter raddrizzare una stagione turistica 2012 cominciata davvero male e soprattutto di riuscire ad uscire da questa crisi, non solo italiana, in breve tempo.

Presenze sulle spiagge, rispetto allo stesso periodo del 2011, secondo un sondaggio condotto su un campione rappresentativo di imprese balneari italiane aderenti al S.I.B. Sindacato Italiano Balneari:

Giugno 2012  %

Luglio 2012  %

Abruzzo

– 30

– 30

Basilicata

– 10

– 10

Calabria

– 20

– 30

Campania

– 10

– 40

Emilia Rom.

– 30

– 20

Friuli V. G.

-15

– 10

Lazio

– 30

– 20

Liguria

– 30

– 15

Marche

– 5

– 5

Molise

– 20

– 20

Puglia

– 10

– 20

Sardegna

– 30

– 20

Sicilia

– 20

– 15

Toscana

– 10

– 5

Veneto

– 15

– 15

 


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