Il Paradiso degli Orchi: l’intervista per il concept album ‘Il Corponauta’


Il Paradiso degli Orchi è una giovane band di Brescia attiva dal 2010. La loro musica è un crossover di influenze: prog rock, psichedelia, pop, indie, atmosfere cantautorali, profumi etnici, elettronica!

Hanno esordito nel 2011 con il disco omonimo e nel 2014 hanno cominciato a lavorare su un progetto particolare e complesso, un concept album che sarebbe poi diventato “Il Corponauta”.

In questa intervista, la band ci ha parlato del nuovo lavoro discografico e dei prossimi impegni live!

Ciao ragazzi e benvenuti sulle pagine di Radio Web Italia! Siete una giovane band di Brescia attiva dal 2010. Come siete cambiati dal vostro esordio ad oggi?
Ciao e grazie a voi di averci invitato! Si parte con un domanda davvero bella. Nel 2010 avevamo alle spalle tutta la musica consumata e suonata nell’adolescenza, la convinzione e la determinazione acquisite grazie alla gavetta suonando ovunque, e la voglia di dire qualcosa di nostro. Avevamo più volte cambiato formazione e nel momento in cui tutto iniziava a girare alla grande sentivamo l’urgenza di uscire. Ecco, trovo che per descrivere il 2010 la parola urgenza sia indicatissima. Il nostro debutto discografico racchiudeva tutto quel percorso, incluso ovviamente anche le ingenuità del caso ma va bene cosi, tuttora adoriamo suonare quei brani.

Tra il 2011 e il 2015 abbiamo composto materiale che potrebbe bastarci per altri tre dischi, ma lo abbiamo fatto prendendoci davvero tutto il tempo necessario, senza la necessità di dargli un forma predefinita; abbiamo sperimentato, allargando i nostri orizzonti, con risultati che spesso si sono rivelati più complessi rispetto a ciò che abbiamo fatto in precedenza. Inoltre, se nel 2010 non avremmo mai pensato ad un produttore, questa volta abbiamo deciso umilmente di collaborare con qualcuno (un illuminato Fabio Zuffanti) che potesse incanalare al meglio parte del lavoro. Anche grazie ai suoi consigli siamo arrivati alla formazione attuale, aumentata di due unità rispetto al 2010.

Il Paradiso degli Orchi: come è nata l’idea di questo nome?
È molto semplice: gli organizzatori del nostro primissimo concerto ci chiamarono per chiederci il nome da mettere nelle locandine, e lo volevano subito, ma non avevamo ancora scelto nulla. Al tempo stavamo lavorando ad un reading sui libri di Daniel Pennac e mentre ero al telefono avevo appunto tra le mani il suo primo libro della saga Malaussène, appunto “Il Paradiso degli Orchi”. Infine piacque a tutti e decidemmo di tenerlo. Nonostante sia frutto della fretta e del caso penso che nome più appropriato non potesse saltar fuori, nemmeno a pensarci anni.

Venerdì 8 aprile è uscito il vostro nuovo album ‘Il Corponauta’. C’è un filo conduttore che lega tra loro i vari pezzi?
“Il Corponauta” è un concept album ispirato dall’omonimo libro di uno scrittore concittadino e amico, Flavio Emer. Parla di un pensiero allo stato puro che decide di abitare il corpo di un completo disabile per capire come può aver senso, per un entità infinita come lui, vivere con una creatura talmente limitata. Il racconto è un esplosione di fantasia e sensibilità, tanto magico quanto reale. Flavio era affetto da distrofia muscolare e scriveva grazie ad un particolare sistema interfacciato con un PC, nella sua vita ha sempre avuto a cuore il concetto della comunicazione. Purtroppo nel 2015 ci ha lasciato. Siamo davvero rammaricati che non abbia potuto ascoltare il disco, a lui siamo debitori di un cosa davvero fondamentale per noi musicisti/artisti: l’ispirazione.

Quanto tempo avete impiegato per la realizzazione del disco?
Tra una cosa e l’altra quattro anni. Abbiamo iniziato le prime sessioni di improvvisazione mirate al Corponauta nell’autunno 2011, ma come vi dicevo abbiamo lavorato anche ad altri progetti, senza fretta. Solo nel 2013 ne abbiamo avuto un’idea più chiara e qui è nata la collaborazione con Zuffanti. Il 2014 lo abbiamo passato con lui ad affinare e dare forma concreta al disco. Il 2015 ci ha visto perennemente in studio per le registrazioni e il mixaggio.

Cosa potete dirci a proposito della cover de ‘Il Corponauta’ e del suo significato?
Eravamo alla ricerca di qualcosa che descrivesse il contrasto tra un corpo fisico e reale con un suo alter ego meno definito, in continua espansione, ma che avesse allo stesso tempo dei riferimenti al loro essere continui tra loro. Son bastate queste poche parole e Roberto Salodini ha capito quello di cui avevamo bisogno, già dai primi schizzi l’idea finale era più o meno tracciata. Ha fatto davvero un gran lavoro, ulteriormente valorizzato dal packaging di AMS Record in cartonato con il volto diviso sui due lati e che si ricompone aprendo a 180° la confezione.

Il nuovo lavoro discografico è stato presentato in anteprima allo Z-FEST 2016. Come è andata la serata? Il riscontro del pubblico è stato quello che vi aspettavate?
Per noi è stata una serata magica. La nostra prima volta di fronte al pubblico del progressive. L’accoglienza è stata strepitosa. Non ci aspettavamo un riscontro simile, contando che si trattava del primo concerto con la nuova formazione. La serata era inoltre arricchita da grandi ospiti del calibro di Patrizio Fariselli, Boris Savoldelli, Roberto Dell’Era, Alvaro Fella, e tanti altri… Insomma, un grande soddisfazione sotto tutti i punti di vista, ma ovviamente: mai abbassare la guardia!

Come vedete il panorama della musica emergente nella vostra città?
Brescia e provincia da tempo sembrano godere di ottima salute per quanto riguarda la musica emergente, c’è sempre parecchio movimento e secondo alcuni anche troppo.

Ma, a nostro parere, ben venga! Solo per farti un esempio nel nostro paesino di provenienza, poco più di 2.000 anime, qualche anno fa si contavano 4 band attive; due delle quali (noi e gli amici Vertigine Versus) quest’anno hanno un’uscita discografica. E penso che questa situazione non sia troppo differente dal resto della provincia.

Dal 2005, con il boom della scena indie, ad oggi, sono inoltre molte le realtà bresciane che hanno fatto parlare di sé a livello nazionale e internazionale, e non solo le band o i musicisti, ma anche i festival e le altre iniziative legate al mondo della musica.

Sicuramente, per una band emergente con un proprio repertorio (no cover band), rispetto a qualche anno fa i luoghi dove poter suonare si sono ridotti, forse perché il pubblico attento e affezionato alla musica indipendente e alternativa si è fatto più esigente e richiede una proposta di più alto livello. Ma per fortuna i personaggi protagonisti delle proposte musicali bresciane alternative sono sempre attenti alla scena nostrana e si dannano l’anima per creare ancora momenti in questa direzione.

Qual è la cosa più difficile del fare musica oggi?
Penso che siano due a pari merito le cose più difficili. Una è creare credibilità attorno al proprio progetto, fare in modo di avere una valida reputazione non solo per il pubblico ma anche per i colleghi artisti e gli addetti ai lavori; non vuol dire necessariamente fare qualcosa che piaccia a tanti o essere musicisti bravissimi, ma lavorare a qualcosa di credibile in maniera seria.

La seconda è sapersi vendere, e per molti sono sicuro sia più difficile che suonare in maniera impeccabile e professionale. Ci vuole faccia tosta, un briciolo di spirito imprenditoriale, tempo e fantasia. Mi è capitato di vedere band che giravano parecchio, anche a livello nazionale, esibirsi in un modo che personalmente ho reputato penoso al limite dell’irrispettoso; eppure il fatto che avessero attitudine e un’immagine legata ai canoni di mercato funzionava. Non vuol essere una polemica, tutto questo ci sta e bisogna solo prenderne atto e imparare a farsi strada anche in questo modo (ovviamente senza diventare i pagliacci di sé stessi).

Quando potremo ascoltare dal vivo le canzoni de ‘Il Corponauta’?
Potrete vederci sul palco del Primo Maggio organizzato dallo storico locale Cooperativa Portalupi di Vigevano. Suoneremo alle 22:00. Inoltre a Maggio, con data ancora da confermare, presenteremo finalmente il disco anche a Brescia.
Seguiteci su Facebook e Twitter per rimanere aggiornati, oppure visitate il nostro sito www.ilpdo.org

Grazie per la disponibilità. Lascio a voi la chiusura per lanciare un messaggio ai lettori di Radio Web Italia.
Innanzitutto grazie a voi di questo spazio, è stato un piacere. Invitiamo i lettori ad ascoltare il disco “il Corponauta” su YouTube o Spotify e di lasciarsi pian piano incuriosire, senza troppi preconcetti sul fatto che usciamo per un’etichetta prog come AMS Records.

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