L'unico
approdo all'isola di Zannone è costituito
dall'attracco naturale del "Varo". Da
qui l'Isola, può essere percorsa esclusivamente
a piedi, attraverso una rete di sentieri che consentono
di raggiungere gli ambienti più significativi.
In circa venti minuti, si raggiunge la Casa di
Custodia, nei pressi della quale si trovano i
ruderi di un antico Monastero Benedettino. Proseguendo,
si può scegliere tra due percorsi: dal
belvedere retrostante la Casa di Custodia, infatti,
seguendo i segni di vernice proseguendo verso
Monte Pellegrino, si raggiunge una biforcazione.
Un sentiero scende sul versante opposto al Varo,
attraversando il bosco fino a raggiungere il Faro
di Capo Negro. L'altro sentiero sale fino a Monte
Pellegrino, e quindi si dispiega, attraverso il
Cavone del Lauro, fino a rientrare sul versante
meridionale e di qui di nuovo alla Casa di Custodia.
I sentieri non sono particolarmente impegnativi
hanno un tempo di percorrenza variabile tra una
e due ore, e soprattutto in estate, nei tratti
esposti al sole possono risultare faticosi. Si
consiglia quindi di munirsi comunque, prima di
affrontarli, di acqua e di un abbigliamento idoneo,
tenendo conto che sull'isola non esistono punti
di ristoro.
Recentemente Zannone, una delle più belle
isole dell'arcipelago pontino, è divenuta
parte integrante del Parco Nazionale. L'isola,
conserva ancora un vasto manto di vegetazione
autoctona, quasi del tutto assente nelle altre
isole, ed è metà di avifauna varia
e interessante. Studiosi di Preistoria hanno segnalato
la presenza di schegge e lame di ossidiana prodotte
dall'uomo in varie località di Zannone,
particolarmente concentrate nella regione occidentale
dell'isola, tra i ruderi della Badia medioevale
e la Cava del Varo.Le schegge sono più
frequenti sullo spazio pianeggiante dinanzi ai
ruderi (quota 119) e si può presumere che
l'abitato preistorico sorgesse nello stesso luogo,
in cui nel 1213 fu costruita l'abbazia di S.Maria.
Un'altra zona, altrettanto ricca di di ossidante,
si trova nella regione centrale dell'isola, ad
occidente di quota 159. Non risultano ritrovamenti
di ceramiche preistoriche associate al nero vetro
vulcanico, pertanto non è facile correlare
i ritrovamenti di Zannone a un momento culturale
definito.Poiché nella vicina isola Palmorola
è presente un giacimento di ossidiana,
alcuni Autori ritengono che i commercianti preistorici
di questo vetro vulcanico si fermassero a Zannone,
provenienti da Palmarola, per rifornirsi di acqua
e forse per iniziare lo sgrossamento della materia
che veniva trasportata in continente. La diffusione
di ossidiana nelle stazioni preistoriche di superficie
localizzate nel territorio del Parco , (Torre
Paola, Casarini.) ci conferma il grande valore
che essa dovette assumere a partire da Neolitico
fino all'Età dei Metalli. Infatti l'ossidiana
non è presente nelle stazioni preistoriche
riferibili alle culture paleolitiche. Ciò
può essere messo in relazione al fatto
che non risultano nell'Italia continentale giacimenti
di ossidiana nella compattezza tale da consentire
a fabbricazione di utensili, soltanto popolazioni
in possesso di una evoluta scienza della navigazione,
potevano raggiungere le rare località insulari
in cui essa è presente. Poiché nell'aria
tirrenica l'ossidiana si reperisce soltanto in
Sardegna, a Lipari, a Pantelleria e a Palmarola,
gli antichi navigatori stanziati alle falde del
M.Circeo si dirigevano ovviamente , come le analisi
geo-chimiche ci hanno confermato su quest'isola
affrontando una traversata di 20 miglia.
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