Can Dündar e i suoi colleghi, difensori della libertà di pensiero ed espressione in Turchia, Mustafa Dzemilev, leader tataro impegnato nella difesa dei diritti della Crimea, i sopravvissuti yazidi in Iraq e il professore uiguro Ilham Tohti: sono questi i candidati scelti dai membri della giuria che assegnerà il Premio Sakharov.
Sono stati presentati questo 6 ottobre durante un meeting tra la commissione per gli Affari Esteri, quella per lo Sviluppo e il vice commissario per la difesa dei Diritti Umani. Il vincitore verrà scelto il prossimo 27 ottobre.
Il Parlamento Europeo assegna il Premio Sakharov ogni anno per onorare le persone e le associazioni che si sono distinti nella difesa nei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Ecco chi sono i candidati a ricevere il premio Sakharov 2016:
Can Dündar, ex caporedattore del quotidiano turco Cumhuriyet, è stato arrestato nel novembre 2015, dopo che il suo giornale aveva pubblicato alcune fotografie che mostravano i servizi segreti turchi consegnare illegalmente armi ai ribelli siriani. È stato successivamente condannato a 5 anni e 10 mesi di carcere per “rivelazione di segreti di stato” (adesso è in corso il processo d’appello) ed è sopravvissuto a un tentativo di omicidio. Al momento si trova all’estero, in attesa dell’appello. È stato nominato dai gruppi parlamentari dei Verdi/ALE, dell’EFDD e di GUE/NGL. Per Marie-Christine Vergiat (GUE/NGL, Francia), Dündar “è un simbolo degli attacchi alla libertà di stampa in Turchia”. Ska Keller (Verdi/ALE, Germania) considera Dündar “un simbolo vivente della libertà di pensiero”. Fabio Massimo Castaldo (EFDD, Italia) ha sottolineato l’importanza della candidatura e ricordato che Dündar non è l’unico giornalista a essere stato arrestato e che molti altri giornali online sono stati oscurati: “Conferire il premio a Dündar significa dare un riconoscimento anche ad altri giornalisti che stanno lottando con lo stesso coraggio”.
Mustafa Abdülcemil Qırımoğlu, ex presidente del Mejlis di Crimea (il parlamento tataro), è un ex dissidente sovietico e attuale membro del Parlamento ucraino. È una figura di spicco nella difesa dei diritti umani e delle minoranze del suo Paese da oltre cinquant’anni. La sua storia personale è segnata dalle vicende storiche del popolo tataro: a soli sei mesi fu deportato in Asia Centrale insieme a tutto il resto della popolazione. Riuscì a tornare nella sua terra soltanto 45 anni dopo. Adesso che la Russia ha annesso la Crimea, l’attivista è nuovamente impossibilitato a entrare nel suo territorio. La nomina è arrivata dai gruppi PPE e ECR. Jacek Saryusz-Wolski (PPE, Polonia) ha sottolineato come Mustafa Abdülcemil Qırımoğlu “continui a lottare incessantemente per la libertà e i diritti umani”. Tunne Kelam (PPE, Estonia) ha aggiunto: “quest’uomo non si alza in piedi solo per i diritti dei tatari di Crimea, ma per tutti gli ucraini”. Charles Tannock (ECR, Regno Unito) ha ricordato che, come Sakharov, Dzhemilev è un dissidente sovietico e le due figure condividono una vita di battaglie contro l’oppressione autoritaria sovietica.
Nadia Murad Basee e Lamiya Aji Bashar sono due avvocatesse impegnate nella difesa della comunità yazida in Iraq e delle donne colpite dalla violenza sessuale delle milizie Isis. Entrambe provengono da Kocho, uno dei villaggi iracheni vicino a Sinjar distrutto dalle truppe dell’Isis nell’estate del 2014. Insieme a migliaia di altre ragazze yazide, sono state rapite e costrette alle vessazioni sessuali dei militanti del Califfato. Murad sta anche lavorando per il riconoscimento del genocidio degli Yazidi. Le due donne sono state nominate dai gruppi S&D e ALDE. “Sono due donne forti, ammirevoli e coraggiose: non potrebbero rappresentare meglio lo spirito dell’Europa nel mondo”, ha spiegato l’esponente ALDE spagnola Beatriz Becerra Basterrechea. Secondo Josef Weidenholzer (S&D, Austria), la loro nomina rappresenta “un omaggio a tutte le donne che, in caso di conflitto, sono sempre i primi bersagli ma anche a tutte le minoranze religiose vittime di genocidio”.
Il professore e avvocato difensore dei diritti della minoranza uigura in Cina, Ilham Tohti, ha una condanna di ergastolo che pende sulla sua testa. È stato condannato con l’accusa di “separatismo” per aver fondato, insieme ad altre persone, il sito internet “Uyghur Online”, nato per creare un contatto tra gli uiguri e i cinesi Han, che rappresentano oltre il 90% della popolazione della Cina. A sceglierlo tra i candidati al Premio, il deputato Ilhan Kyuchyuk (ALDE, Bulgaria) e altri 42 colleghi. Secondo Kyuchyuk “Tohti è un libero pensatore che crede nella difesa dei diritti umani, nello stato di diritto e nella convivenza pacifica tra gruppi etnici differenti, oltre alla possibilità di un futuro democratico per la Cina”.
Il premio Sakharov per la libertà di pensiero è assegnato ogni anno dal Parlamento europeo. È stato istituito nel 1988 per onorare gli individui e le organizzazioni che combattono per la difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali. L’anno scorso il premio è stato assegnato a Raif Badawi.
A scegliere i candidati per il premio Sakharov sono i singoli gruppi politici o unioni di almeno 40 deputati. Una volta raccolte le candidature, le commissioni Affari Esteri e Sviluppo restringono la rosa a tre finalisti. Successivamente, la Conferenza dei presidenti, composta dal presidente del Parlamento europeo e dai capigruppo dei vari gruppi politici, sceglierà il vincitore.
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