“La porta rossa” in onda dal 22 febbraio su Rai2 con Lino Guanciale e Gabriella Pession


Ambientata a Trieste, ideata da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi, l’inchiesta del commissario Cagliostro, ucciso in uno scontro a fuoco, per scoprire chi l’ha tradito e salvare la vita di sua moglie. Solo una ragazza può comunicare con lui.

Protagonista Lino Guanciale nei panni del commissario Leonardo Cagliostro, un poliziotto che diventa un fantasma. “Ho letto il copione e ho scoperto che a pagina 2 morivo. Andando avanti ho capito che sarebbe stata una serie complessa. Sono un razionalista convinto, ma ci ho messo tutto me stesso. Abbiamo trattato Cagliostro come se ci fosse davvero anche se non mi vedeva nessuno”. Insomma un commissario morto che indaga sul suo stesso omicidio, che rinuncia ad andarsene dal mondo e continua a indagare per salvare sua moglie Anna. “In questo modo – spiegano gli autori – l’elemento sovrannaturale non solo non indebolisce l’impianto del whodunit, ma il tema della vita dopo la morte può emergere in tutta la sua potenza metaforica”.

Sei puntate di thriller mozzafiato con sfumature di dramma sentimentale. E nel cast di questa coproduzione Rai Fiction-Velafilm accanto a Guanciale-Cagliostro spicca Gabriella Pession (nei panni di Anna Mayer, magistrato moglie del commissario): “Mi piace ispirarmi con i miei personaggi ai quadri. E’ un ruolo molto tenue. In casa quella mia e del mio defunto marito, ho cercato di ricreare un luogo intimo sul set. Abbiamo deciso di non truccarmi, di non pettinarmi… Era importante raccontare un lutto. Questa serie è una discesa agli inferi di questo personaggio. La morte ha azzerato tutto. E’ un percorso a ritroso”.

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