Immigrazione: la risposta deve essere globale


In una risoluzione approvata mercoledì, i deputati hanno richiesto con urgenza misure multilaterali per controllare il numero, senza precedenti, di migranti in movimento in tutto il mondo e per far cessare le morti nel Mediterraneo.

Nella risoluzione, approvata con 333 voti favorevoli, 310 contrari e 46 astensioni, si chiede:

un “regime di governance multilaterale” per la migrazione internazionale, fondato sulla cooperazione;

una più stretta cooperazione tra l’UE, gli organismi specializzati delle Nazioni Unite, le banche multilaterali di sviluppo, organizzazioni regionali e altri attori;

la creazione di una vera e propria politica comune europea in materia di migrazione incentrata sui diritti umani e basata sul principio di solidarietà tra gli Stati membri;

il coinvolgimento del Parlamento nella creazione e nell’implementazione del Quadro di partenariato e i relativi “migration compact” che l’UE sta attualmente negoziando con Paesi terzi come Giordania e Libano: deputati condannano la mancanza di trasparenza su questi accordi, che finora non sono stati dibattuti prima dell’adozione;

assistenza e cooperazione UE “incondizionate”: il supporto dell’UE non dovrebbe “incentivare i Paesi terzi a cooperare alla riammissione dei migranti irregolari o dissuadere con la coercizione le persone dal mettersi in viaggio, oppure fermare i flussi diretti in Europa”.

“Il sistema di aiuti umanitari è completamente sorpassato e, quindi, abbiamo bisogno di un approccio più olistico e duraturo, con legami più stretti tra sfera umanitaria da un lato e lo sviluppo dall’altro”, ha detto il correlatore Agustín Díaz de Mera (EPP, ES), nel corso del dibattito in Plenaria.

“Non dovremmo parlare di una crisi migratoria, ma piuttosto di una crisi della solidarietà all’interno dell’UE. Possiamo anche parlare di una crisi istituzionale, poiché il Consiglio dell’Unione europea non è in grado di rispettare i propri impegni, di una crisi morale, poiché sembriamo più preoccupati a chiudere i nostri confini e incoraggiare i rimpatri, piuttosto che affrontare le cause profonde della crisi che vediamo”, ha aggiunto la correlatrice Elena Valenciano (S&D, ES)

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