Torna al Maxxi di Roma il ciclo di incontri “Le storie di design”


Da ciò che indossiamo o mangiamo a come ci informiamo o comunichiamo: tutto è oggetto di indagine per i designer. Dopo il successo delle due precedenti edizioni dedicate ai temi del prodotto di arredo e dell’abitare domestico, torna al MAXXI, dal 10 novembre al 15 dicembre, il ciclo di incontri LE STORIE DEL DESIGN, per analizzare come il design sia presente quotidianamente nelle nostre vite, in ogni prodotto che presuma un ragionamento sulle condizioni e i fini del fare.

Quattro appuntamenti a cura di Domitilla Dardi per raccontare, attraverso la voce di esperti del settore, un design “altro”, fatto di oggetti d’uso quotidiano, di grandi icone, ma anche di temi della ricerca più sperimentale applicata al prodotto d’uso. Il design infatti, soprattutto quello italiano, si contraddistingue per l’ampiezza degli argomenti progettuali e per la sua multidisciplinarietà.

Primo appuntamento dal titolo “La Rivoluzione della moda” sabato 10 novembre alle ore 11.30 (Auditorium del MAXXI – ingresso 5 €, abbonamento 4 incontri 15 €, gratuito per i possessori della card myMAXXI) con Clara Tosi Pamphili – architetto, studiosa delle Arti Applicate e art director per brand ed eventi di moda – che ci accompagna in un viaggio dall’abito della Rivoluzione, storica, politica e di costume agli abiti Rivoluzionari, quelli che hanno cambiato il modo di vestirsi. Nel 1968 cambia tutto e anche il modo di vestirsi diventa uno strumento di contestazione e la moda assume un’identità rivoluzionaria. 50 anni dopo guardiamo indietro per fare una lettura del concetto di Rivoluzione, che si esprime a livello corale, come nel 1968, o per episodi, casi, fenomeni con un significato tale da rappresentare un punto di svolta.

Nel secondo appuntamento “Le Ragioni del Food Design”, sabato 17 novembre, incontriamo lo chef 3 stelle Michelin Michelin Niko Romito in dialogo con Nerina Di Nunzio, direttore di IED Roma ed esperta di marketing digitale e comunicazione. Il cibo è senz’altro un attivatore di sistemi e la sua funzione culturale è imprescindibile: dalla fame alla gourmandise, le istanze del food design coinvolgono contesti a tutto tondo. In un’epoca dove gli sprechi e la fame nel mondo attanagliano il pianeta e allo stesso tempo la “moda” del cibo di qualità (o sedicente tale) imperversa a casa, al ristorante e in televisione, è arrivato il momento di riflettere su come l’esperienza alimentare abbia sempre di più bisogno di progettazione per evitare l’improvvisazione e gli esiti negativi di un pensiero disordinato.

Sabato 1° dicembre è la volta del designer Leonardo Sonnoli, Presidente del gruppo italiano AGI, che nell’incontro dal titolo “Minimo volume multiplo. Il design di libri e manifesti” si dedica a due artefatti del design grafico che tutti i giorni abbiamo sotto gli occhi e di cui più volte è stato recitato, invano, il De profundis. Dopo un’introduzione storico-teorica sul manifesto, in particolare quello italiano, e sulla differenza con il design del libro, ci si sofferma su alcuni volumi di notevole interesse per il loro rapporto tra forma e contenuto e sui poster ideati da Sonnoli, approfondendo il percorso di progettazione e realizzazione.

Ultimo appuntamento sabato 15 dicembre con la lezione “Il corpo del progetto” di Paolo Ferrarini, ricercatore, editor e professore dell’Università di Bologna. Design della moda e design del prodotto sono ambiti del progetto che vivono un rapporto di sintonia ma allo stesso tempo di opposizione. A partire dalla rivoluzione industriale hanno vissuto storie simili e molto spesso sovrapposte, ma anche fortune critiche alterne. Nonostante le evidenti differenze, l’elemento che li accomuna è la centralità del corpo, attorno al quale ruotano sperimentazioni e rivoluzioni, innovazioni tecniche e materiali, salvaguardia della tradizione e visioni d’avanguardia, produzione di massa e fenomeni di nicchia.

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